Roma, 14 ott. (LaPresse) – Impedire che partano le navi cariche di migranti, rafforzare i controlli alle frontiere e accogliere quanti arrivano sul nostro territorio perché in fuga dalla guerra e dalla disperazione. Sono questi gli obbiettivi di ‘Mare Nostrum’, la task force militare-umanitaria messa in piedi dal governo per affrontare l’emergenza degli sbarchi. Il progetto, che prenderà il via domani, è stato presentato oggi dal premier Enrico Letta, insieme ai ministri dell’Interno, Angelino Alfano e della Difesa, Mario Mauro, dopo un vertice a cui hanno preso parte anche la ministra degli Esteri, Emma Bonino, delle Infrastrutture Maurizio Lupi e degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi.

“L’operazione militare ed umanitaria – ha detto Mauro – prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane”. Questo, ha spiegato, sarà possibile attraverso l’utilizzo di un’unità anfibia “che abbia la capacità di esercitare il controllo, dotata a bordo di elicotteri e di unità ospedaliere”. Inoltre, saranno messi a disposizione quattro unità navali tipo ‘fregata’ e due tipo ‘pattugliatore’ e il loro impiego sarà deciso in base alle condizioni meteorologiche. Ci saranno due elicotteri eh101 e un velivolo tipo p180 per la visione notturna. In azione anche dei droni, elicotteri senza pilota.

Il costo dell’intera operazione supererà il milione e mezzo di euro al mese, che è quanto il nostro paese spende attualmente. Non ci sarà nessun finanziamento specifico, ha spiegato Alfano, ma saranno recuperate nei bilanci dei ministeri interessati. La durata della missione, hanno puntualizzato i ministri, “è legata alle circostanze”. “Mi piace includere – ha sottolineato Mauro – due date significative per la verifica della missione: una ben prima del Consiglio europeo del 24-25 ottobre, e una relativa all’entrata in vigore di Eurosur il 2 dicembre”. In merito al luogo in cui verranno portati i migranti intercettati, il vicepremier Alfano ha spiegato che “ci sono le regole del diritto internazionale di navigazione e non è detto che se interviene una nave italiana i migranti vadano portati in un porto italiano. Si valuterà in base al luogo dove avverrà l’operazione”.

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