Roma, 21 ott. (LaPresse) – Nel giorno in cui ad Agrigento si svolge la cerimonia pubblica di commemorazione delle vittime del naufragio avvenuto a Lampedusa la notte tra il 2 e il 3 ottobre, il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini, da Roma lancia l’ennesimo appello affinché non si ripeta più una tragedia del genere. “Ad Agrigento – dice in conferenza stampa al Senato – non ci sono stati morti ed è un luogo che non ha nessun rapporto con la storia di chi è morto. Gli isolani l’hanno presa male perché volevano partecipare, così come i superstiti”. A Lampedusa, infatti, decine di migranti hanno protestato contro la decisione di svolgere nel capoluogo di provincia la cerimonia a cui, ovviamente, non possono prendere parte. “Se è stata una decisione politica? Il perché dovete chiederlo ad altri, noi non siamo stati coinvolti – prosegue Nicolini – dico solo che visto che si dovevano svolgere tardivamente e senza bare era una cerimonia per la quale andava scelto il luogo più simbolico quello dove ci sono stati i morti”.
“TROPPI MORTI, E’ MOMENTO VERITA'”. Morti, che per il sindaco, “sono troppi e Lampedusa non ce la fa più a reggerli”. “Non è necessario metterli in fila dentro le bare per avere davanti la realtà – aggiunge – i corpi che mi sono stati messi davanti in questi mesi sono solo un sintomo, la punta di un iceberg che questo mare è un cimitero”. “E’ il momento della verità – dice Nicolini – non si può più trattare questo argomento in termini propagandistici”.
“MARE NOSTRUM? NON E’ RISPOSTA A DOMANDA UMANITARIA”. Commentando il piano militare-umanitario messo in piedi dal governo per fare fronte all’emergenza sbarchi, Nicolini non ha dubbi: “Alla domanda umanitaria – dice – non si può rispondere con i mezzi militari”. “Dopo che queste navi avranno intercettato i barconi quale sarà il destino di queste persone? – spiega Nicolini – E’ il momento di cambiare il regolamento e stabilire con chiarezza il principio di respingimento”. “Capisco – prosegue – che come Italia fosse doveroso rispondere ma piuttosto che fare ‘Mare Nostrum’ forse sarebbe stato più utile cominciare a decongestionare il Centro di accoglienza di Lampedusa. Lì dentro ad oggi non è cambiato nulla e ci sono bambini senza un letto che dormono fra i rifiuti”.
“3 OTTOBRE SIA GIORNO MEMORIA”. Il sindaco di Lampedusa è a Roma anche per chiedere al capo dello Stato, che il 3 ottobre, data del tragico naufragio, “sia il giorno della memoria. Si è già costituito un comitato che in pochissimi giorni ha già raggiunto tantissime adesioni su Facebook”. “Lo chiederò a Napolitano – aggiunge – così questi morti non saranno più soltanto nostri”.
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