Roma, 26 ott. (LaPresse) – Il Codacons, che quest’anno sarà presente all’interno della kermesse di Miss Italia attraverso un video di denuncia sul fenomeno dello stalking, ha depositato un esposto a 10 procure della Repubblica in merito ad alcuni omicidi che hanno visto coinvolte donne nonostante le stesse avessero già denunciato alle pubbliche autorità violenze e molestie subite da mariti o ex partner. “Si intende sottoporre all’attenzione di tutte le Procure presenti nel territorio nazionale, ciascuna per propria competenza, la problematica connessa all’incredibile aumento del numero dei casi di femminicidio, soprattutto ad opera di ex partner – scrive il Codacons nell’esposto – in particolare, ciò che allarma di più è il fatto che frequentemente le vittime avevano presentato in precedenza denunce per stalking senza che, di fatto, venisse fatto nulla per impedire al persecutore di portare a compimento il proprio terribile intento”.
“E’ questo – spiega – il caso della signora Antonella Russo, uccisa a fucilate dall’ex marito ad Avola (Siracusa) davanti al figlioletto di 4 anni, nonostante avesse presentato una denuncia per stalking ai Carabinieri di zona qualche tempo prima; stessa sorte è toccata alla signora Lucia Bellucci, uccisa vicino Trento con due coltellate dal ex partner, nonostante nel passato lo avesse denunciato per stalking; vittime di femminicidio sono state anche Fatima e Sene Ada Selmanaj, uccise dal marito/padre a Pescina, dopo che lo avevano denunciato per violenza sessuale nei confronti della giovane Sene Ada; è finita nel sangue anche la storia di Maria Pia Bigoni, a Civitanova Marche (Mc), uccisa a coltellate per strada dall’ex marito nonostante lo avesse in precedenza denunciato”.
“Questi casi, insieme a molti altri – sottolinea l’organizzazione – evidenziano come molto spesso le vittime di condotte persecutorie o di maltrattamenti, non riescano a trovare un aiuto reale nelle istituzioni e nelle forze di pubblica sicurezza, finendo per soccombere alla violenza del persecutore. Il codice penale prevede, all’art. 40, che non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo; in tutti i casi sopra elencati, le vittime avevano presentato specifiche denunce-querele nei confronti delle persone che poi hanno finito per ucciderle senza che, da quanto emerge dai media, gli organi competenti ponessero in essere i rimedi previsti dall’ordinamento”.
L’associazione, attraverso il suo sportello stalking ha dunque chiesto alle procure di predisporre tutti i controlli necessari per accertare se nei fatti esposti siano ravvisabili responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali quella disciplinata all’articolo 328 cod. pen. (omissione di atti d’ufficio), oltre ai reati di omesso controllo e vigilanza e di concorso nel reato secondo il rapporto di causalità previsto dall’art. 40 c.p., a carico di tutti coloro che risulteranno responsabili.
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