Bari, 25 nov. (LaPresse) – Quattro giovani sono stati arrestati dai carabinieri a Molfetta, nel barese, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo su un ragazza quattordicenne. I quattro, tutti maggiorenni, finiti ai domiciliari, sono accusati anche di sequestro di persona. I fatti risalgono alla primavera e all’estate dello scorso anno, ma la vittima ha trovato il coraggio di denunciare solo in un secondo tempo, terrorizzata dal fatto che il branco la potesse di nuovo aggredire.
Ci sono anche altri giovani coinvolti, tra cui almeno tre minorenni. L’accusa contenuta nel provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Trani, su richiesta della locale procura, è aggravata dal fatto che la vittima fosse minorenne, dal numero superiore a 5 degli stupratori e dalla circostanza che la povera ragazza abbia dovuto subire le violenze sottoposta a limitazioni della libertà personale. La giovane conosceva di vista i ragazzi che poi hanno abusato di lei e si fidava di loro, tanto da accettare, una sera di primavera dello scorso anno, di fare un giro in scooter con loro. Mai avrebbe pensato che sarebbe stata trascinata in un luogo appartato, dove in cinque hanno a turno abusato di lei, sotto gli occhi di altri coetanei che hanno assistito divertiti, reprimendo con la forza ogni tentativo di reazione. Questo episodio è stato solo l’inizio di una lunga serie di violenze alla quale la ragazza è stata sottoposta dal branco che ha continuato ad abusare di lei in più circostanze dietro minaccia di raccontare in giro quanto era accaduto. Inutile il tentativo della giovane di liberarsi dall’incubo gettando via il proprio cellulare, infatti, dopo un periodo di relativa calma, il branco si è fatto nuovamente avanti. Il terrore che quell’incubo potesse tornare di nuovo ha indotto la ragazzina a rivolgersi ai carabinieri e a raccontare tutto.
A spingere i ragazzi alla violenza sessuale sarebbe stato, secondo quanto hanno riportato gli investigatori, un falso profilo su Facebook creato all’isaputa della vittima. Sul social network, infatti, era riportato il numero di cellulare della 14enne e tra le caratteristiche era indicato “ragazza disponibile a tutto”.
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