Firenze, 17 dic. (LaPresse/AP) – “Non ho ucciso Meredith”. Così Amanda Knox in una lettera letta in aula dal presidente della Corte d’assise Alessandro Nencini durante l’udienza del processo d’appello bis in corso a Firenze. “Non sono in tribunale – ha proseguito Amanda – perché temo” che la procura possa “accecare” la Corte e oscurare la mia innocenza. Nencini ha definito come molto insolito il fatto che la lettera è stata letta in aula, dato che Knox non è arrivata in Italia per assistere al processo. La missiva, scritta in italiano, è stata consegnata oggi da avvocati della difesa al tribunale. La ragazza americana e Raffaele Sollecito sono accusati dell’omicidio di Meredith Kercher e la procura ha chiesto per loro rispettivamente 30 e 26 anni di carcere.
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