Torino, 25 dic. (LaPresse) – Il rigore di una piega e l’estro di miniaturizzare il mondo: questo è il mondo in mostra a ‘Origami – Spirito di carta’ a Torino nelle antiche cantine di Palazzo Barolo sino al 16 febbraio. Il visitatore potrà immergersi in un altro emisfero, sottile e raffinato dove sin dalle prime sale si comprende che l’origami è un’arte con cui il Giappone si esercita da millenni e a cui si son dedicati artisti ideatori e artisti piegatori (che non sempre coincidono) come il famoso Akira Yoshizawa. Daniela Crovella curatrice della mostra per Yoshin Ryu ci tiene a sottolineare come questo artista abbia rivoluzionato i canoni dell’origami facendolo entrare nell’epoca moderna donando un senso di movimento alle sue opere, come i celebri “ballerini” esposti.
Oltre trecento i pezzi esposti. ‘Origami – Spirito di carta’ èuna mostra che si propone per il suo valore filologico e di approfondimento, ma è anche di facile lettura per chiunque sia curioso. Gli organizzatori poi, per avvicinare a quest’arte e alle tante declinazione e applicazioni nell’arte, nel design, nella moda, nel settore medico e aerospaziale, hanno messo a punto un interessante calendario di incontri e iniziative consultabile sul sito dedicato www.mostraorigami.it La rappresentazione dei mondi nelle sue forme naturali e tangibili così come nelle sue proiezioni astratte può prendere forma da un foglio di carta: l’antica arte degli origami non è altro che un esercizio di riproduzione in miniatura del cosmo. Lievi sono le sculture protagoniste nelle storiche cantine di Palazzo Barolo nel centro di Torino alla mostra organizzata dall’Associazione Yoshin Ryu. “Una scelta guidata da suggestioni emotive e dalla considerazione che questa tecnica è universalmente conosciuta, ma in modo spesso estremamente superficiale” sottolinea Daniela Crovella curatrice della mostra.”L’origami – dice- piega la carta, immagina la forma, segue le regole e propone l’archetipo stesso della storia dell’uomo e della sua arte: la miniaturizzazione. Una risposta a esigenze interiori di rappresentazione del mondo. L’artista origami può essere un dilettante, un esperto o un professionista, tuttavia la sensazione vivida di star instaurando un processo personale che va oltre la valenza estetica del risultato finale è ugualmente percepita. Nel piegare la carta ci si confronta con un sé delicato, fragile, imperfetto eppur perfettibile. La scelta dei pezzi in mostra è molto ampia e vuole restituire tutti questi significati e magnifiche suggestioni”.
L’origami è una tradizione giapponese, ma non solo. La mostra del 2013 è concepita come la prima di due esposizioni gemelle. L’Associazione Yoshin Ryu, promuove con molte attività la cultura del Sol Levante grazie ad una fitta rete di contatti.
? ? ? – ecco come si presenta in giapponese l’ideogramma che si legge “origami” la cui etimologia è composta dal verbo piegare oru, (che, declinato, diventa ori) e quello di carta kami (che per eufonia diventa gami). L’origine remota si fa risalire al I secolo dopo Cristo con l’invenzione della carta in Cina, un nuovo materiale rivoluzionario che diversamente dalle tavolette di cera e dalle pergamene può essere piegato più e più volte, acquistando corpo e forma senza spezzarsi. La scoperta della carta viaggia veloce e nel vicino Giappone venne importata dai monaci buddisti nel VII secolo.
La rappresentazione dei mondi nelle sue forme naturali e tangibili così come nelle sue proiezioni astratte può prendere forma da un foglio di carta: l’antica arte degli origami non è altro che un esercizio di riproduzione in miniatura del cosmo. Lievi sono le sculture protagoniste di ORIGAMI – SPIRITO DI CARTA nelle storiche cantine di Palazzo Barolo nel centro di Torino dal 14 dicembre 2013 al 16 febbraio 2014 della mostra organizzata dall’Associazione Yoshin Ryu.
“Una scelta guidata da suggestioni emotive e dalla considerazione che questa tecnica è universalmente conosciuta, ma in modo spesso estremamente superficiale” sottolinea Daniela Crovella curatrice della mostra “L’origami piega la carta, immagina la forma, segue le regole e propone l’archetipo stesso della storia dell’uomo e della sua arte: la miniaturizzazione. Una risposta a esigenze interiori di rappresentazione del mondo. L’artista origami può essere un dilettante, un esperto o un professionista, tuttavia la sensazione vivida di star instaurando un processo personale che va oltre la valenza estetica del risultato finale è ugualmente percepita. Nel piegare la carta ci si confronta con un sé delicato, fragile, imperfetto eppur perfettibile. La scelta dei pezzi in mostra è molto ampia e vuole restituire tutti questi significati e magnifiche suggestioni.”
Una tradizione giapponese, ma non solo, che ha ripercussioni anche nel mondo contemporaneo, spesso davvero inattese, per dare sfogo a questa ricchezza, la mostra del 2013 è concepita come la prima di due esposizioni gemelle. Quello che oggi è uno dei prodotti più diffusi, era all’epoca, appannaggio di un élite, un bene molto prezioso e per questo riservato ad usi in ambito religioso e cerimoniale. I primi origami non erano certo un hobby, ma un modo per riprodurre figure simboliche in contesti rituali.
Nell’esposizione ‘Origami-Spirito di carta’ sono tre le aree tematiche scelte: una prima sezione espone la rappresentazione del mondo, oggetti di natura, una seconda sezione, la rappresentazione della mente, oggetti matematici-geometrici, infine i totem simbolici, dal gioiello alle gru della pace. Oltre 300 gli origami esposti, opere di artisti noti a livello nazionale e internazionale che aderiscono a CDO – Centro Diffusione Origami e a NOA – Nippon Origami Association, prendono possesso delle cantine storiche di Palazzo Barolo. Video didattici e descrittivi saranno proiettati sia a Palazzo Barolo sia nel Salone Mazzonis del MAO, il Museo d’Arte Orientale di Torino.
Una mostra quella allestita a Palazzo Barolo concepita per espandersi e uscire dai luoghi deputati declinandosi nella sezione off – origami e la città con “Agorà”, la scultura dell’artista Alessandro Sciaraffa realizzata piegando un enorme foglio di carta d’alluminio, con l’aiuto di centinaia di studenti, fino a raggiungere la forma di un grande cubo. La performance si svolgerà l’8 gennaio in Piazza San Carlo, sempre a Torino. I ragazzi dei licei artistici torinesi sono stati invitati a partecipare ad un concorso creativo per realizzare opere che si ispirino alla cultura degli origami, i lavori più significativi saranno esposti in mostra e, quelli giudicati dagli esperti più interessanti, premiati. In occasione della mostra sarà realizzato un catalogo edito da Edizioni Yoshin Ryu, curato dalla direttrice artistica Daniela Crovella. Hanno contribuito all’iniziativa Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Palazzo Barolo, ILTI Luce by Philips e Il Tucano Viaggi Ricerca, alla collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Torino e CDO, agli sponsor tecnici Cuki Cofresco, Vinciguerra & Associati, Hic ad Hoc, Freecards, Mussio Servizi Informatici e ai patrocini di Provincia di Torino, Città di Torino, Consolato Generale del Giappone a Milano, Istituto Giapponese di Cultura in Roma, Aistugia – Associazione Italiana di Studi Giapponesi, ai partner Asian Studies Group e Nipponica. Orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle 15 alle 20. Sabato e domenica continuato 11-20. Workshop in mostra mercoledì, venerdì e sabato dalle 17,30 alle 19,00. Chiuso il lunedì. Visite didattiche e laboratori scolastici: dalle 8,30 alle 12,30.