Roma, 30 dic. (LaPresse) – Diverse associazioni e componenti della campagna LasciateCIEntrare hanno presentato una denuncia lo scorso 27 dicembre alla Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo “per chiedere che venga fatta luce sulla paradossale situazione di detenzione illegittima in cui si trovano diciassette cittadini eritrei e siriani, trattenuti da oltre due mesi presso il Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) di Contrada Imbriacola a Lampedusa, dopo essere sopravvissuti ai tragici naufragi avvenuti al largo dell’isola nell’ottobre scorso”.
“La loro situazione – si legge nel documento – sia per le condizioni materiali di accoglienza, che per la mancanza di provvedimenti formali che ne definiscano lo status giuridico, appare qualificabile come un ‘trattamento inumano e degradante’, vietato dall’articolo 3 della Corte europea dei diritti umani, oltre a costituire una situazione di tensione esasperata che potrebbe produrre gesti di autolesionismo”. Il documento è stato inviato anche al Comitato per la prevenzione della tortura dello stesso Consiglio d’Europa, all’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) e alla Commissione Ue.
“I migranti – scrivono le associazioni – si trovano trattenuti in condizioni oggettivamente inumane e degradanti senza alcun provvedimento né norma di legge a giustificazione della loro detenzione da oltre 70 giorni”. “Non hanno – si legge ancora nel testo – alcuna possibilità di adire la magistratura italiana perché nessun provvedimento di trattenimento è stato mai loro notificato”. “Il termine di trattenimento – sottolineano le associazioni – in centri quali quello di Lampedusa è, lo ricordiamo, di 96 ore. Proprio la mancanza di un atto giudiziario che imponga la detenzione dei migranti impedisce loro di difendersi, così come invece prevedono gli articoli 5 e 13 della Cedu e l’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (diritto ad un rimedio efficace e ad un giusto processo)”.
“La campagna LasciateCIEntrare – concludono le associazioni – accoglie inoltre con estrema soddisfazione la notizia di questi giorni della chiusura ufficiale del Cie di Modena e chiede al Governo e al ministro dell’Interno che proceda con la chiusura urgente di tutti gli altri centri di detenzione amministrativa ancora operativi”.
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