Torino, 31 mar. (La Presse) – E’ visibilmente dimagrito, di circa venti chili, e si è presentato in aula senza barba e senza baffi, Francesco Furchì, imputato per l’omicidio di Alberto Musy, davanti alla Corte d’Assise di Torino. Oggi incomincia un nuovo processo a suo carico, dopo la morte dell’ex consigliere comunale dell’Udc, che ha comportato sia il cambio di capo d’imputazione che di corte giudicante. “Sono in carcere solo da 14 mesi” ha detto ironicamente Furchì al presidente della Corte, Pietro Capello, rispondendo alle sue domande iniziali. Il pm Roberto Furlan, che rappresenta l’accusa, ha consegnato alla corte alcuni faldoni di documenti con “le prove” raccolte durante l’indagine e il fascicolo del precedente dibattimento che si era svolto davanti al giudice monicratico.
Sono presenti in aula la moglie di Musy, Angelica Corporandi d’Auvare, e la sorella Antonella, parti lese, assistite da Giancarlo e Valentina Zancan. Furlan ha riproposto la questione della perizia psichiatrica. “I difensori avevano detto che non avrebbero prestato alcun tipo di collaborazione – ha detto il pm – e il tribunale non l’aveva disposta. Io non ho elementi per dire che l’imputato fosse incapace di intendere e di volere al momento del fatto ma presento alla corte alcune circostanze che mi avevano indotto a richiederla”.