Bari, 26 apr. (LaPresse) – Il 24 aprile la polizia di frontiera marittima del porto di Bari e la guardia di finanza hanno arrestato un cittadino bulgaro 36enne, responsabile del reato transnazionale di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. L’uomo era alla guida di un autoarticolato con targhe bulgare appena sbarcato dal traghetto di linea “Superfast I”, arrivato a Bari dalla Grecia. Nonostante il veicolo sembrasse privo di carico e aperto e la documentazione esibita dall’autista apparisse regolare, gli agenti hanno effettuato un’ispezione che ha consentito di scoprire, nella parte anteriore del rimorchio, in corrispondenza con la paratia che lo separa dall’abitacolo, un piccolo vano vuoto, non rilevabile né dall’interno nè dall’esterno. In questo spazio di soli 80 centimetri per 2 metri, sono stati trovati accovacciati ben dodici uomini, molto provati, verosimilmente per la prolungata permanenza nel vano, poco areato e illuminato oltre che angusto.
Gli uomini sono stati soccorsi. In preda alla disperazione e piangendo hanno spiegato in inglese di essere cittadini siriani senza documenti, è stata perciò attivata la procedura prevista di riammissione in Grecia.