Gerusalemme, 26 mag. (LaPresse) – Papa Francesco, che si trova in viaggio in Terra Santa, si è recato stamane al muro del pianto di Gerusalemme, dove accolto dal Rabbino capo e dal presidente della fondazione che gestisce il luogo sacro, si è fermato qualche minuto per pregare in silenzio. Dopo avere toccato il Muro del Pianto, Papa Francesco ha lasciato in una delle fessure fra le pietre un biglietto con il testo del ‘Padre nostro’ scritto in spagnolo, sua lingua madre.
Poi il discorso al Memoriale di Yad Vashem, monumento alla memoria dell’Olocausto. “In questo luogo, memoriale della Shoah, sentiamo risuonare questa domanda di Dio: ‘Adamo, dove sei?’. In questa domanda c’è tutto il dolore del Padre che ha perso il figlio. Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi – ha detto il Pontefice – Ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! Quel grido: ‘Dove sei?’, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo”.
Signore “ricordati di noi nella tua misericordia – ha proseguito ancora Papa Francesco parlando della Shoah – Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai più, Signore, mai più!”. “Ora, Signore – ha concluso – ascolta la nostra preghiera, ascolta la nostra supplica, salvaci per la tua misericordia. Salvaci da questa mostruosità”.
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