Ragusa, 9 giu. (LaPresse) – A Ragusa la polizia giudiziaria ha eseguito il fermo di un uomo, nato a Domiat (Egitto), classe 1978, in quanto presunto scafista. E’ accusato di aver favorito l’ingresso clandestino in Italia di cittadini extracomunitari di varie nazionalità, appoggiandosi a collaboratori in Libia. Il delitto è aggravato dal fatto di aver messo in pericolo i profughi, sottoponendoli a trattamento inumano e degradante.
Il fermato, insieme agli altri sodali in Libia, è responsabile di aver portato dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio carico di 320 migranti provenienti prevalentemente dall’Eritrea. Al termine delle indagini durante 18 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e dallo scafista egiziano ha incassato centinaia di migliaia di dollari. Lo scafista è stato trovato in possesso di centinaia di dollari, sottoposti a sequestro.
Alle 21 del 7 giugno la motonave denominata Jupiter Bay ha rintracciato un’imbarcazione clandestina che aveva chiesto soccorso in mare con a bordo numerosi migranti. La motonave, dopo aver trasbordato i 321 profughi, prevalentemente di nazionalità eritrea tranne un egiziano, si è diretta verso la rada del porto di Pozzallo, dove è arrivata alle 03.45 di domenica 8 giugno. Le operazioni di sbarco verso la banchina del porto di Pozzallo sono avvenute anche grazie all’aiuto del rimorchiatore ‘Taurus’ che concludeva le operazioni alle 04.30. I sospetti sono ricaduti su un uomo egiziano. Dopo poche ore di interrogatorio, in presenza dell’avvocato, lo scafista ha confessato e il tutto è stato confermato dai testimoni. I migranti hanno raccontato di violenze, alcune terribili, durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia prima di partire per il viaggio in Italia.
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