Reggio Calabria, 12 ago. (LaPresse) – Dopo lo sbarco di 1699 migranti ieri al porto di Reggio Calabria, sono partite le indagini per individuare i membri dell’equipaggio. Le attività di ricerca sono svolte dalla squadra mobile della questura di Reggio Calabria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha consentito di individuare due soggetti di nazionalità egiziana, quali responsabili dello sbarco. Grazie alla testimonianza di alcune persone che si trovavano a bordo del peschereccio, soccorso da una nave della Guardia Costiera, i sospetti si sono concentrati su due cittadini egiziani, A. M. e A. F. Secondo la ricostruzione degli agenti, i due uomini avrebbero condotto un motopeschereccio di colore azzurro chiaro, dalle coste libiche fino al salvataggio da parte della Guardia Costiera, avvenuto in acque internazionali.
Dalle testimonianze raccolte, è emerso che i migranti, partiti nella mattinata tra il 7 e l’8 agosto, hanno pagato ai membri dell’associazione una cifra compresa tra i 900 e 1500 dollari per il viaggio della speranza. Gli arrestati sono stati trovati in possesso di telefoni satellitari con i quali erano in contatto con altri membri dell’organizzazione, per ora ignoti.
Nei loro confronti è stato emanato un fermo di indiziato per i delitti di associazione per delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza di aver sottoposto i migranti a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, oltre al fatto di averli sottoposti a trattamento inumano e degradante. Le indagini proseguono per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici.
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