Palermo, 22 set. (LaPresse) – Il blitz antimafia eseguito dai carabinieri in provincia di Catania ha colpito il clan dei Ragaglia, di Randazzo, legato alla famiglia dei Laudani. In carcere sono finite cinque persone, tre ai domiciliari. Altre due sono al momento irreperibili. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa al furto, passando per l’estorsione, l’usura e il sequestro di persona. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catania, sono partite nel 2011: da llora mesi di intercettazioni e appostamenti hanno scandagliato le attività del gruppo criminale al cui vertice ci sarebbe stato Claudio Ragaglia, 45 anni, chiamato ‘Il Direttore’. Al suo fianco ci sarebbero i fratelli Antonino Salvatore e Michele, di 52 e 54 anni.
I primi due sono finiti in carcere, così come Giuseppe Cartillone, 42 anni, Luigi Virgilio, 33 anni, e Giuseppe Minissale, 41 anni. Ai domiciliari sono finiti Samuele Rosario Lo Castro, 29 anni, già detenuto a Palermo, Antonio Salvatore Sapiente, 48 anni, e Paolo Rombes, 57 anni. Gli investigatori hanno portato alla luce anche episodi particolarmente violenti che avevano come protagonisti gli uomini del clan, specie nel recupero delle somme prestate a usura: in un caso la vittima è stata sequestrata, legata e picchiati sotto la minaccia di una pistola.
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