Palermo, 19 nov. (LaPresse) – Un maxi sequestro di beni immobili e mobili, quote societarie e rapporti bancari, per un valore di 17 milioni di euro, è stato eseguito dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Palermo nei confronti dei fratelli Francesco e Giancarlo Raspanti. Si tratta di due imprenditori ritenuti dagli investigatori “collettori degli interessi mafiosi della famiglia mafiosa di Bagheria nella gestione del movimento terra e delle attività edili correlate, anche con riguardo ai lavori del passante ferroviario di Palermo e a quelli appaltati dal Comune di Bagheria.

Nel giugno di quest’anno Francesco Raspanti è stato sottoposto a fermo nell’ambito di un’indagine che ha portato all’arresto di trenta persone accusate di far parte della mafia di Bagheria e che dovranno rispondere dei reati di associazione mafiosa, omicidio, estorsione e rapina. Raspanti, che in quella circostanza era accusato di estorsione aggravata, si trova ancora agli arresti domiciliari. Secondo le indagini della Dia, coordinata dall’aggiunto Bernardo Petralia che guida il gruppo ‘Misure di prevenzione’ della procura distrettuale antimafia, i fratelli Raspanti imponevano alle aziende aggiudicatarie degli appalti pubblici a Palermo e Bagheria di rifornirsi di materiale edile presso le loro aziende. Episodi di questo tipo sono stati riscontrati nei lavori del passante ferroviario del capoluogo e in quelli per la realizzazione di una Chiesa e di un parcheggio pubblico a Bagheria.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata