Palermo, 30 dic. (LaPresse) – Nuovo sequestro di beni ai danni di Alessandro D’Ambrogio, ritenuto capo del mandamento mafioso di Porta Nuova, a Palermo. I finanzieri del Gico e i carabinieri del Comando provinciale hanno messo i sigilli a due imprese di onoranze funebri, tre immobili a uso commerciale, un’abitazione e un’auto per un valore complessivo di due milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su richiesta della procura. D’Ambrogio, 40 anni,già condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga, è stato riarrestato nel luglio 2013 nel corso dell’operazione ‘Alexander’.
Secondo gli investigatori, D’Ambrogio coordinava le attività illecite, in particolare le estorsioni, e si occupava del sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie intrattenendo rapporti con gli esponenti di altri mandamenti mafiosi come Bagheria, Tommaso Natale, Pagliarelli, Brancaccio, Arenella-Resuttana, Villabate-Misilmeri, Noce-Cruillas. Le indagini di guardia di finanza e carabinieri hanno scoperto che l’agenzia ‘Onoranze funebri D’Ambrogio’ era formalmente intestata a parenti dell’uomo ma in realtà gestita dal presunto boss, che la utilizzava anche come luogo di incontro con altri esponenti di Cosa nostra. D’Ambrogio, inoltre, non ha mai presentato dichiarazione dei redditi, ad esclusione degli anni 2003 e 2004, quando ha denunciato importi bassi per lavori svolti in carcere.
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