Roma, 24 feb. (LaPresse) – Le indagini portate avanti ormai da anni dalla Dda di Milano hanno confermato il predominio di organizzazioni criminali di origine calabrese nel territorio a discapito di altre compagini associative, come quella di origine siciliana. Con specifico riferimento alle indagini sulla criminalità organizzata calabrese, nel richiamare quanto affermato nelle precedenti relazioni, può confermarsi che la ‘ndrangheta, dopo anni di insediamento in Lombardia, ha acquisito un certo grado di indipendenza rispetto all’organizzazione di origine, con la quale ha continuato comunque ad intrattenere rapporti. I suoi appartenenti, dimorando al nord ormai da più generazioni, hanno progressivamente acquisito una piena conoscenza del territorio consolidando rapporti con le comunità locali e privilegiando contatti con rappresentanti della politica e delle istituzioni locali. E’ quanto si legge nel report annuale della direzione nazionale antimafia presentato oggi a Roma.

Analoghe considerazioni valgono con riferimento alle associazioni criminali di origine calabrese radicate in Piemonte. Per quanto riguarda il distretto di Genova, l’attività investigativa svolta negli ultimi tempi ha infatti confermato la presenza nella zona di alcune “locali” della `ndrangheta. Quanto, infine, al distretto di Bologna, l’imponente attività di indagine durata oltre due anni, e che ha visto anche la applicazione di un magistrato di questa Direzione Nazionale, ha consentito di accertare la esistenza di un potere criminale di matrice ‘ndranghetista, la cui espansione si è appurato andare al di là di ogni pessimistica previsione, con coinvolgimenti di apparati politici, economici ed istituzionali. A tal livello che oggi, quella che una volta era orgogliosamente indicata come una Regione costituente modello di sana amministrazione ed invidiata per l’elevato livello medio di vita dei suoi abitanti, oggi può ben definirsi ‘Terra di mafia’ nel senso pieno della espressione.

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