Di Denise Faticante

Roma, 20 apr. (LaPresse) – L’Europa decreti il suo fallimento e lasci il posto alle Nazioni Unite. L’operazione ‘Triton’ è ipocrita, non ci sono soldi né mezzi adeguati: quanto costa la vita dei migranti? La presa di posizione solida e convinta viene dal Centro Astalli, un’organizzazione cattolica internazionale, presente in più di 40 paesi, la cui missione è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati.

CON TRITON TRAGEDIA PREVEDIBILE. A parlare con LaPresse è Berardino Guarino, direttore dei progetti del Centro, all’indomani di quello che si profila come il più grave naufragio di migranti del dopoguerra nel Mediterraneo. “Noi ed altri – dice Guarino – quando nacque Triton (operazione europea che ha preso il posto di ‘Mare Nostrum’ ma che rispetto a questo ha meno mezzi, costa meno e non ha l’unico obiettivo di controllare le frontiere, ndr) avevamo messo in guardia tutti. Avevamo paventato una tragedia come quella di domenica. E questo è lo scotto che abbiamo pagato: centinaia se non migliaia di morti”. “Ma quanto costa la vita di un immigrato?”, si chiede il direttore. “Siamo davanti – aggiunge Guarino – a morti di serie B”.

UE IMMOBILE, INTERVENGA ONU. Dura l’accusa che dal Centro Astalli arriva all’Europa proprio nelle ore in cui i suoi ministri degli Esteri e degli Interni sono riuniti per trovare una risposta al dramma dell’immigrazione. “Il futuro cammina e noi siamo fermi – sostiene Guarino – Negli ultimi 4 mesi, la gente continuava a morire nell’immobilità dell’Unione europea che evidentemente non è capace, non ha una politica comune né nessuna intenzione di risolvere questa situazione. Si faccia quindi da parte e lasci il posto all’Onu”.

CAMBIARE REGOLAMENTO DUBLINO. Un altro atto d’accusa riguarda il ‘regolamento di Dublino’ che obbliga lo straniero a rimanere nel paese di ingresso. “Va cambiato immediatamente, non ha senso e non risolve”, tuona Guarino che chiede venga data voce alla proposta del ‘mutuo riconoscimento dello status: “Un documento – dice – che permetta ai rifugiati di avere libera circolazione nell’area Schengen”. “Nessuno – sostiene il direttore – sta lavorando per rendere legali quelle rotte di morte. Le stragi nascono dall’illegalità”. In quelle terre ormai senza governi né regole “i prezzi si sono abbassati e i viaggi, quindi, diventati più appetibili”. Tutto questo mentre l’Europa, conclude Guarino, è “vittima del suo stesso immobilismo”.

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