Milano, 29 apr. (LaPresse) – Un immenso tempio in legno decorato con fantasie ispirate al cibo. E’ questo il padiglione del Nepal per l’Expo, progettato da Implementing Expert Group (Ieg), lo stesso gruppo di architetti scelto dal governo nepalese per le altre esposizioni. Un’area da 2710 metri quadrati, molti decorati e intagliati a mano in stile locale, che rischiava di non essere finita in tempo perchè 11 operai sono dovuti ritornare nel loro paese dopo il violento terremoto che lo ha sconvolto. Tema della partecipazione del Nepal a Expo è ‘La sicurezza alimentare e la sostenibilità per lo sviluppo’ e parte dal dato che la produzione di cibo nel Paese non riesce a tenere il passo della crescita demografica. Una delle cause è la mancanza di un’irrigazione adeguata dei campi agricoli, così come è limitata la produzione di energia.
FOCUS SU AGRICOLTURA DI MONTAGNA. Il Nepal vanta anche un alto tasso di biodiversità. Grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla disponibilità di acqua corrente proveniente dai ghiacciai della catena montuosa dell’Himalaya, più di settecento specie potrebbero essere utili in ambito alimentare o medico. Quindi il focus generale è l’agricoltura di montagna, sviluppatasi nei secoli in questo Paese montagnoso, con i suoi propri metodi naturali, i terrazzamenti, la ricchezza dei suoi prodotti biologici. Le specificità e le cause di questo successo vengono illustrate dal vivo nel percorso espositivo del padiglione, con la possibilità di assistere alla preparazione per poi essere invitati ad assaggiare i piatti tipici della cucina nepalese.
FORMA DEL MANDALA. Il padiglione del Nepal ricorda strutturalmente la forma del mandala, il diagramma circolare formato dall’unione di figure geometriche che richiama il cerchio della vita. L’atmosfera in cui si calano i visitatori è quella degli antichi insediamenti delle valli di Katmandu dove persone di differenti etnie, religioni ed estrazione sociale hanno convissuto in armonia per secoli, in un contesto vivido e colorato. Le abitazioni sono sempre state decorate da elementi di metallo, pietra, terracotta e legno intarsiato, un’abilità affinatasi in secoli di esperienza da parte di artigiani che rivaleggiavano tra loro in bravura. Per questo gran parte del lavoro è fatto a mano da competenti artigiani del paese. Inoltre ospita anche una istallazione della ‘Piramide’ del Comitato Everest-K2 del Cnr, il laboratorio costruito nel 1990 ai piedi dell’Everest (5050 metri) per monitorare i ghiacciai e fare ricerca.
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