New York (New York, Usa), 6 mag. (LaPresse/EFE) – È necessario cercare un “approccio politico globale” per trovare una soluzione “legale” alle tragedie dell’immigrazione nel Mediterraneo. Lo ha detto il presidente della Croce rossa italiana Francesco Rocca, che oggi si trova alle Nazioni unite, dove ha incontrato il segretario generale Ban Ki-moon. Nel corso di una conferenza stampa, Rocca ha spiegato che Ban appoggia la scelta di affrontare le continue morti di migranti al largo delle coste italiane con misure che vadano al di là dell’uso della forza che, secondo Rocca, “non è un’opzione”.

Il presidente della Cri ha poi puntato il dito contro l’idea di bombardare nel luogo di origine i barconi utilizzati per i viaggi della speranza, una soluzione che a suo avviso potrebbe provocare ulteriori e maggiori tragedie. “Se bombardiamo e li lasciamo morire in Libia non stiamo creando una soluzione, perché continueranno a morire. Chi li proteggerà, chi si occuperà di loro?”, ha affermato. Una possibile risposta, ha sottolineato Rocca, dovrebbe prevedere prima “una soluzione politica in Libia” per poi “cercare un approccio umanitario in questo Paese”. “Bombardare le imbarcazioni – ha aggiunto – non è il mio lavoro, ma diventa il mio lavoro quando le conseguenze dei bombardamenti lasciano la gente senza protezione”.

Rocca ha poi chiesto ai governi dell’Ue di cercare una soluzione comune al problema che abbraccia molti governi, tra cui Italia, Grecia e Spagna. Ma si è detto pessimista in merito alla volontà politica, a causa di una crescita della xenofobia in Europa. “Non solo – ha spiegato – ci troviamo di fronte alla sfida di una missione umanitaria, ma anche all’ambiente culturale. Tutti i politici hanno paura di dare risposte chiare perché cercano il consenso e non stanno mettendo l’essere umano al centro della propria risposta. Che la xenofobia sia implicata è un dato di fatto”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,