Roma, 11 mag. (LaPresse/EFE) – “Ci hanno lasciati soli”. Questo il grido dei sindaci della Sicilia, una regione diventata simbolo della solidarietà, ma anche della protesta legata all’emergenza migranti. Secondo gli ultimi dati ufficiali, sono 69.463 i migranti arrivati in Italia nei primi quattro mesi del 2015. Di questi 15.381 sono rimasti in Sicilia, seguita dalla Calabria, che ha ospitato 4.862 persone.

Per i sindaci siciliani la situazione è drammatica: la regione “sta crollando”, perché nei suoi 107 centri di accoglienza non c’è più spazio per altri immigrati. I primi cittadini continuano a chiedere più aiuto al governo italiano e soprattutto all’Europa, anche se l’ennesimo schiaffo è arrivato dal nostro Paese, in cui regioni come Valle D’Aosta, Veneto e Lombardia si rifiutano di accettare gli immigrati.

POZZALLO SI SENTE SOLA. “Il Centro di accoglienza può ospitare solo 180 persone, ma a volte si raggiunge quota 500 o 600, come l’altro giorno, quando alle due di notte sono sbarcati 850 migranti e altri 250 due giorni dopo. Non abbiamo tregua, siamo sempre sul molo del porto a ricevere queste persone che hanno bisogno di aiuto”, ha spiegato a EFE il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna. “Pozzallo è sola – ha aggiunto -. Ci sentiamo lontani dallo Stato e dall’Europa. Nessuno ascolta il grido di dolore di questo popolo in fuga da guerre e fame”.

COMPORTAMENTO UE INACCETTABILE. Dello stesso parere è il sindaco di Catania, Enzo Bianco: “Ci sentiamo molto soli. E’ una situazione incredibile e l’Europa non si preoccupa delle decine di migliaia di persone in arrivo nei prossimi giorni”. Questa, ha sottolineato Bianco, “non è una situazione di emergenza, come un incendio o il terremoto in Nepal. Noi sappiamo che cosa accadrà, sappiamo che ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano di partire dalla Libia per raggiungere le coste italiane. L’Europa, fino ad ora, ci ha voltato le spalle e questo è inaccettabile”.

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