Di Ilaria Leccardi

Milano,17 mag. (LaPresse) – “Rispetto alle precedenti edizioni di Expo, soprattutto quelle in Europa, devo dire che qui a Milano ci stiamo trovando molto bene. Certo ci sono stati un po’ di ritardi, ma in molti casi sono dipesi dai singoli Paesi partecipanti più che dall’organizzazione”. Così Jiri Frantisek Potuznik, commissario generale del Padiglione della Repubblica Ceca a Expo 2015. Il Paese due giorni fa ha celebrato il suo National Day all’Esposizione universale, con una giornata di eventi, sfilate, spettacoli, all’ombra del padiglione.

La struttura ha un’architettura semplice, basata su moduli smontabili e autoportanti, senza fondamenta di cemento armato. “Una volta che sarà smontata – spiega ancora il commissario – il terreno tornerà completamente pulito”. Diversamente da altri Paesi partecipanti, la Repubblica Ceca ha deciso di non concentrare la sua presenza a Milano sui prodotti e la filiera alimentare tipica delle proprie terre, ma principalmente sulla ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. “Il rischio qui – continua il commissario – era che i padiglioni si trasformassero in grandi ristoranti o attrazioni culinarie. Noi invece ci siamo concentrati sui nostri know-how, come le nanotecnologie da utilizzare anche in zone desertiche per aiutare la sopravvivenza di animali e persone. Non offriamo cibo ma soluzioni per produrlo, anche in situazioni estreme”. Anche in questa direzione la Repubblica Ceca ha organizzato le ‘settimane della scienza’ a inizio luglio, dedicate a varie tematiche, nel corso delle quali le aziende private locali potranno incontrare le imprese cece.

Ma il padiglione ceco, il primo ad essere stato terminato, ha trovato il modo di attirare visitatori (oltre che con l’ottimo gulash, servito nei ristoranti presenti comunque anche qui), grazie alla gradita piscina fatta sorgere proprio davanti all’ingresso. Al suo interno sorge un enorme uccello dalle piume azzurre, simbolo del connubio tra tecnologia e natura.

“Si tratta di uno spazio pubblico, di cui la gente può usufruire. E si inserisce nella tradizione delle piscine pubbliche del nostro Paese, le piscine comunali aperte per lo più tra gli anni Venti e Trenta e ancora oggi molto utilizzate dalla popolazione”, spiega uno degli architetti che ha contribuito al progetto. Le sdraio sul bordo, una birra in mano e i piedi a mollo nelle giornate più calde sono la scelta preferita di molti visitatori.

“Il merito di questa edizione di Expo – conclude il commissario – è stato aver riportato attenzione sull’evento in Europa. Un interesse che negli ultimi anni si era un po’ perso. Per l’edizione del 2025 hanno già fatto richiesta città come Rotterdam e Parigi. Vedremo chi saprà essere all’altezza”.

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