Roma, 19 mag. (LaPresse) – “Il Consiglio dei ministri ha ieri approvato in via preliminare il decreto legislativo di recepimento delle direttive europee sull’accoglienza e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale. Il Tavolo asilo esprime forte preoccupazione per alcuni aspetti che potrebbero modificare l’assetto del sistema asilo italiano senza riuscire, però, ad assicurare adeguate risposte in termini di accoglienza e garanzia dei diritti dei richiedenti asilo”. Lo scrive in una nota il Tavolo nazionale asilo, che raccoglie Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Federazione chiese evangeliche in Italia, Centro Astalli, Comunità di S. Egidio, Consiglio italiano per i rifugiati, Casa dei diritti sociali, Save the children.
MANCA CONSULTAZIONE TERZO SETTORE. Il Tavolo asilo lamenta “con forza la mancata consultazione con il terzo settore che ha portato all’elaborazione di proposte legislative lontane dalla realtà del diritto d’asilo in Italia, una realtà con la quale le associazioni di tutela che lo compongono si confrontano quotidianamente. Forte è la preoccupazione – spiegano le associazioni – sulla riforma del sistema di accoglienza, un sistema che al momento è evidentemente inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale. Il Decreto istituisce i cosiddetti Hub, centri di accoglienza regionali/interregionali dove dovrebbero essere realizzate le operazioni di identificazione e formalizzazione della domanda di protezione. Il Tavolo Asilo teme che questi centri possano replicare l’inefficace e segregante esperienza dei Cara. Il ruolo degli Hub dovrà essere esclusivamente quello di prima accoglienza: deve essere assicurato inderogabilmente il trasferimento dei richiedenti asilo in tempi brevissimi verso le strutture territoriali di accoglienza”.
SERVE SISTEMA NAZIONALE PIANIFICAZIONE ADEGUATO. “Al momento – ricordano le associazioni – il sistema italiano ha 81mila posti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, la maggior parte dei quali sono forniti attraverso strutture di emergenza in cui il livello dei servizi offerti e, di conseguenza, l’accesso ai diritti per richiedenti asilo e rifugiati è difficilmente monitorabile. Il Tavolo asilo chiede che le strutture di emergenza siano utilizzate solo in modo residuale. Deve essere istituito un sistema nazionale con una pianificazione adeguata, criteri di ripartizione regionale più stringenti, il coinvolgimento di tutti gli enti locali anche attraverso l’eliminazione dell’onere del co-finanziamento nel sistema d’accoglienza territoriale. Il sistema di prima accoglienza per richiedenti asilo deve essere organizzato ricorrendo a strutture diffuse di piccole e medie dimensioni da includere nell’ordinario sistema di accoglienza territoriale”.
LIMITARE TEMPI PERMANENZA IN CIE. “Allarmante – proseguono – il tema della detenzione dei richiedenti asilo nei Cie che la proposta di decreto prevede di estendere sino a 12 mesi per quanti presentano un ricorso contro il diniego alla loro domanda di protezione. Il Tavolo asilo chiede di limitare fortemente sia i tempi sia le fattispecie per il trattenimento nei Cie, disponendo una chiara esclusione delle situazioni vulnerabili e prevedendo che in caso di ricorso con accoglimento dell’istanza sospensiva all’espulsione il richiedente sia ricevuto nelle strutture ordinarie di accoglienza. È inoltre necessario riformare le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, introducendo criteri che garantiscano competenza, stabilità ed efficienza. La riduzione dei tempi della procedura, attraverso una migliore qualità delle decisioni e quindi una diminuzione del numero dei ricorsi, concorrerebbe a diminuire infatti i tempi e i costi dell’accoglienza. I componenti del Tavolo – si conclude il comunitato – chiedono con forza che venga avviato un dialogo al fine di migliorare il testo prima della sua adozione”.
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