Roma, 27 mag. (LaPresse)- “Dall’Irlanda una rivoluzione con cui dobbiamo fare i conti. La Chiesa dialoghi con i gay ma resta il no alle unioni civili”. Lo afferma in una intervista a La Repubblica il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana commentando la svolta di Dublino. Per Bagnasco l’esito del referendum “non può non interrogare anche la nostra Chiesa: cosa dobbiamo correggere e migliorare”.
Il presidente della Cei ricorda, però, “quanto alla posizione della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali nel Magistero viene costantemente riaffermato il pieno rispetto per la dignità di ciascuno, quale che sia il suo orientamento: c’è come principio – e ci dovrebbe essere anche nei fatti – quell`accoglienza che favorisce la partecipazione alla vita della comunità ecclesiale. Questa posizione non ci esime dalla fatica di distinguere, evitando semplificazioni che non giovano”.
Bagnasco infine critica la proposta di legge sulle unioni civili: “Mi sembra eccessivamente schiacciata su una disciplina di stampo para-matrimoniale: al di là dei nominalismi, di fatto equipara la condizione giuridica delle unioni omosessuali a quelle della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Chiedere che si evitino indebite omologazioni non intacca il riconoscimento dei diritti individuali di ciascuno”, afferma.
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