Roma, 28 mag. (LaPresse) – Un arresto per concorso in omicidio volontario e due identificazioni. Il giorno dopo la tragedia di via di Boccea, a Roma, dove un’auto che non si è fermata all’alta ha travolto nove persone uccidendone una, è finita con l’arresto di una ragazza di diciasette anni bosniaca che era all’interno della Lancia Lybra abbandonata da due ragazzi fuggiaschi. Uno di questi, minorenne, è stata identificato, denunciato, ma risulta ancora irreperebile. La ragazza vive nel campo nomadi della Monachina, in zona Boccea. L’auto impazzita ha provocato otto feriti: due ricoverati in codice rosso al policlinico Gemelli, altri due sempre in codice rosso al San Camillo, un ferito in codice giallo al San Carlo di Nancy, un ferito in codice verde all’ospedale Santo Spirito e, infine, due feriti all’Aurelia Hospital tra i quali un agente di polizia ferito ad una gamba. Tutti sono fuori pericolo compresa la donna di 47 anni che era in terapia intensiva. La procura di Roma procede per omicidio volontario: il reato sarà contestato al conducente, fuggito e non ancora rintracciato.
LA POLEMICA POLITICA. Il caso di cronaca ha scatenato l’inevitabile polemica politica e le opposizioni hanno attaccato il sindaco Ignazio Marino. Salvini ha pubblicato si Facebook un post che infiamma gli animi. “Tre rom – ha scritto il leader del Carroccio – sono scappati all’alt della Polizia a Roma e, guidando a 180 all’ora, hanno ammazzato una donna, otto i feriti. Una zingara di 17 anni è stata fermata, è caccia agli altri due. Pare che l’auto sia intestata a un Rom, che ne ha altre 24. Una preghiera. Per il resto… ruspa!!!!! Quando torneremo al governo, raderemo al suolo uno per uno tutti ‘sti maledetti campi Rom, partendo da quelli abusivi”.
Il primo cittadino della Capitale, intanto, invita ad evitare le strumentalizzazioni politiche. “La morte di una donna, il ferimento di altre otto persone: siamo davanti a una terribile disgrazia umana e di tutta la città – ha commentato in una nota – a un omicidio volontario che va perseguito con la massima inflessibilità, visto che gli investitori hanno accelerato invece di frenare davanti a chi attraversava la strada”. “Chi ha ucciso, un criminale, – ha proseguito Marino – poteva essere di ogni etnia o nazionalità. Ora però qualcuno sta cercando di trasformare questa tragedia, ancora più terribile se, come sembra, a commettere l’omicidio sono stati dei minorenni, in una speculazione politica. Lo fa Matteo Salvini e lo fanno i suoi imitatori romani. Volontariamente accendono odio che rischia di produrre altra violenza, sperando così di avere qualche tornaconto elettorale. Gettare benzina sul fuoco non è un errore politico, è un vero e proprio delitto, imperdonabile per chi ha responsabilità politiche nazionali o locali”.
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