di Isabella Ciotti
Roma, 2 giu. (LaPresse) – La retorica degli adulti, che parlano di “Italia bella” e “Italia unita”, e l’innocenza dei bambini che scoprono un “presidente della Repubblica buono”, si mescolano lungo la spiede di pubblico che segue la tradizionale parata militare del 2 Giugno. “Non esiste un paese migliore dell’Italia”, commenta orgogliosa alla fine Rossella Pucci, di Rocca Priora. Lei e l’amica, Adalisa Basciani, vengono quasi tutti gli anni. E come ogni anno, sono rimaste incantate dalle frecce tricolori. “Qui si riscopre il senso d’appartenenza al proprio paese” aggiunge Adalisa.
“Contentissima” è anche Caterina Doldo, sulla sessantina, venuta apposta da Reggio Calabria. La figlia Mariella, che lavora a Roma da 23 anni, la ospita “ogni 2 Giugno e quando il Papa recita l’Angelus”. Gli occhi che brillano, Caterina riconosce che la sua generazione è ancora molto legata a questo giorno. “Io l’assecondo”, aggiunge Mariella, che l’attesa lungo le transenne di Piazza Venezia l’avrebbe evitata volentieri. Il presidente Mattarella però lo ha visto con piacere: “Lo stimo, il fatto che sia un magistrato mi fa pensare che possa davvero essere sopra le parti”. La mamma si ricollega al pontefice: “Mattarella è un uomo del popolo, come Papa Francesco“.
Enrico Frezzetti è venuto dall’Umbria a vedere il nipote, che è guardia d’onore all’Altare della Patria. Ma la rivista militare lo ha deluso: “Sono passati pochissimi cavalli, è evidente che il budget è stato ridotto. Gli anni scorsi era tutta un’altra storia”. Ma l’orgoglio nazionale non ha prezzo: “Se non provassi un po’ d’amore per il mio paese – ammette -, non sarei qua”.
L’orgoglio di tutti, oggi, si è rivelato soprattutto al passaggio degli ‘eroi’ italiani dei nostri giorni, come gli atleti dei gruppi sportivi paraolimpici, le unità della Marina Militare impegnate nelle operazioni Mare Nostrum e Mare Sicuro e quelle intervenute nell’incendio del Norman Atlantic. Un grosso applauso si è poi levato dalle tribune al saluto – affidato all’altoparlante durante il passaggio dei fucilieri della Marina – ai marò Massimiliano Girone e Salvatore La Torre, ancora in attesa di giudizio da parte dell’India.
Gli occhi dei bambini, invece, più che sugli uomini in divisa, sono sempre stati puntati sul presidente della Repubblica. Del resto erano lì per lui: arrivati in 50 dall’Istituto Comprensivo Elsa Morante di Roma, per tutta la mattina hanno dipinto decine di ombrelli tricolore di cui fare omaggio al capo dello Stato. Carolina, seconda media, era tra i cinque allievi che lo hanno incontrato di persona: “Mi sono un po’ emozionata – ammette -, ci ha detto che era contento, che abbiamo fatto un buon lavoro”.
“L’ombrello – spiega la professoressa di storia dell’arte, Rossella Giardulla – è stata scelto per rappresentare la protezione che lo Stato dà ai suoi cittadini”. Per gli allievi è anche un modo di imparare la storia: “Oggi si festeggia il giorno in cui le donne votarono per la prima volta“, dicono fiere Sofia e Beatrice. Di cosa sia successo prima del 2 giugno 1946, però, non sanno quasi nulla. “È che in storia ancora non ci siamo ancora arrivate”.