Roma, 20 giu. (LaPresse) -Gli ombrelli portati nel timore di maltempo alla fine sono serviti a proteggere dal sole cocente bambini e famiglie accampate in Piazza San Giovanni. Poi uno scroscio di pioggia ha bagnato i cartelli, “Stop gender nelle scuole” e “Difendiamo la famiglia”.

Il Family Day, tornato dopo otto anni e organizzato in soli 18 giorni, ha riscosso il successo sperato dai suoi promotori. “Siamo oltre un milione – afferrma dal palco allestito in piazza il Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ “e ci seguono in streaming dal Nicaragua, da Portorico, dalla Cina”.

I partecipanti, che, basandosi sulla capienza della piazza, sono almeno 200mila, aderiscono con convinzione. “Non siamo contro gli omosessuali – chiarisce dal palco Sergio Angori, venuto con moglie e figli a narrare la loro esperienza di famiglia tradizionale -, ma il matrimonio è uno solo, quello tra uomo e donna”.

La protesta è infatti contro la cosiddetta ‘ideologia Gender’, secondo la quale le identità sessuali, maschile e femminile, andrebbero concepite come categorie culturali più che biologiche. Un principio che porterebbe a confondere i ragazzi, orientandoli verso una concezione errata della famiglia. E il veicolo di questo messaggio, per i genitori, rischiano di essere le scuole. “La maestra di nostro figlio, in seconda media – continua Sergio – ha detto in classe che l?Italia è un paese ingiusto, perché non consente ai gay di sposarsi. Il bambino ce lo ha riferito, ma quanti altri alunni lo avranno fatto”.

Un messaggio fatto arrivare dall’associazione Agapo – Genitori e Amici di Persone Omosessuali – fa cenno anche al ddl Cirinnà, che equipara le famiglie gay e lesbiche a quelle tradizionali: “Il ddl oscura le differenze di genere e non aiuta gli omosessuali a guardare con realismo alla loro condizione. E’ un disegno di legge che non fa il loro bene”.

Alle parole degli intervenuti sul palco fanno eco quelle delle famiglie in piazza: “Siamo qui per difendere la famiglia, condividiamo tutto quello che è stato detto”, dicono Luca e Marcella, otto figli, da Cagliari. “Dio ci ha creato uomini e donne per una ragione”, dice Alessandra, 15 anni, da Tarquinia. È arrivata nella Capitale con i genitori, Enzo e Pamela, e i suoi tre fratelli. “Ho voluto esserci. Non sono contro gli omosessuali, ma non credo sia giusto che venga concesso loro di adottare figli. Quando sarò grande, vorrò anche io una famiglia tradizionale”.

Il comitato sul palco ricorda il messaggio di Papa Francesco, che a gennaio di quest’anno aveva parlato della teoria Gender come di uno strumento di “colonizzazione ideologica”. Si sentono parole forti: Questo progetto vuole inquinare i cervelli dei nostri figli – dice l’imam della moschea di Centocelle, Mohamed ben Mohamed, venuto a rappresentare la comunità islamica-. Tutte le religioni sono unite a sostegno della famiglia”.

Per Roberto, 52 anni, di Nettuno, “certe parole sono solo espressione di un grande fervore, in realtà la protesta è moderata”. Anzi, tiene a precisare, “non è nemmeno una protesta, perché non siamo contro nessuno.
Non sentirete mai un cristiano parlare male degli omosessuali, perché ci consideriamo tutti fratelli?. Neocatecumenale, Roberto è a Roma con la moglie e i loro otto figli: “La media è di un figlio ogni due anni”, dice.
Per lui il problema non sono gli omosessuali o le unioni civili, ma “il tentativo di certi teorici di scavalcare le famiglie nell’educazione dei ragazzi”.

Il riferimento è soprattutto al documento, diffuso dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, in cui vengono definite le linee guida da seguire nell’educazione sessuale in Europa. Il testo, che introduce i ragazzi anche al tema della masturbazione, sarebbe un modo di “sostituirsi ai genitori, proprio come la teoria Gender”.

E in piazza anche centinaia di migliaia di persone. Bandiere di Cgil, Cisl e Uil, Arci, Legambiente, Greenpeace e tante altre associazioni. Questi i simboli di fronte all’arco di Costantino e al Colosseo per la manifestazione nazionale a favore dei rifugiati ‘Fermiamo la strage subito’. Molti immigrati dietro le bandiere e molti romani, ma anche delegazioni da Rovigo, Padova e altre città d’Italia. Dal palco è stata lanciata la sfida – scherzosa – all’altro palco, quello di San Giovanni, a pochi chilometri di distanza dove è in corso il Family Day: “Alzate le bandiere, fate vedere a San Giovanni quanti siamo!”. Poi il selfie.

Bianchi (Ap)Famiglia è un valore comune. “La Famiglia è ciò che accomuna ognuno di noi. Le polemiche e le contrapposizioni non distolgano l’attenzione dalla sua funzione: un atto d’amore e un punto di riferimento per i figli. Questo Governo e Area Popolare hanno varato importanti misure a favore della famiglia, dal bonus bebè al fondo per le non autosufficienze, fino al bonus per le famiglie a basso reddito. Ma occorre maggior impegno per creare condizioni stabili e durature a tutela di questo istituto fondamentale: agevolazioni economiche per neo coppie e massima attenzione alle patologie intra familiari come il femminicidio”. E’ quanto ha affermato Dorina Bianchi, vicepresidente dei deputati di Alleanza Popolare inserendosi sul dibattito legato al Family day in programma oggi a Roma.

Sel: lanciata la campagna web #chiconoscenonhapaura. Sinistra ecologia e libertà ha in queste ore lanciato una campagna sul web e sui social per rimarcare che la famiglia è ovunque c’è amore, rispondendo così alle manifestazioni organizzate oggi per il Family day a Roma. Nell’ambito dell’iniziativa sono state realizzate delle cartoline con l’hashtag #chiconoscenonhapaura.

Lo Giudice (Pd): Inventano la balla del milione di presenze – “Dopo avere riempito di balle i loro stessi simpatizzanti, terrorizzandoli con fantasiosi programmi di educazione alla masturbazione per infanti, i cattotalebani riuniti a Roma si inventano l’ultima balla del milione di presenze”.
E’ quanto ha affermato il senatore Pd Sergio Lo Giudice commentando il dato relativo alle presenze al Family Day tenutosi oggi in piazza San Giovanni a Roma.

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