Roma, 26 giu. (LaPresse) – Era il 27 giugno 1980 quando un volo Itavia da Bologna a Palermo, con a bordo 81 persone, scompare dai tracciati radar di Fiumicino, si squarcia in cielo e si inabissa tra Ustica e Ponza. Oggi, a 35 anni dalla tragedia, molti aspetti del disastro non sono stati ancora chiariti. Nel corso degli anni si è parlato di coinvolgimento francese, libico e statunitense, di collisione con un aereo militare, di un cedimento del mezzo e di un attentato terroristico. La strage fu rivendicata, subito dopo, dal gruppo neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari, ma per i giudici si tratterà di un vero e proprio depistaggio operato dal cosiddetto ‘Super Sismi’, formatosi all’interno dei servizi segreti militari.
La compagnia Itavia, già pesantemente indebitata, cessò le operazioni il 10 dicembre, il 12 dicembre le fu revocata la licenza di operatore aereo e nel giro di un anno si aprì la procedura di fallimento. Francesco Cossiga, presidente del Consiglio all’epoca dei fatti, a quasi trent’anni di distanza avanzò l’ipotesi di un missile francese “a risonanza e non ad impatto” che intercettò il volo civile, ma doveva essere destinato ad abbattere un aereo su cui viaggiava il dittatore libico Gheddafi. La Cassazione condannò i ministeri dei Trasporti e della Difesa al pagamento di un risarcimento ai familiari delle vittime, oggi riuniti in un’associazione. La tesi del missile e i successivi rimborsi dovuti dallo Stato è ancora la più contestata. Oggi i senatori Carlo Giovanardi e Luigi Compagna hanno rivolto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al ministro delle Infrastrutture un’interpellanza per conoscere la somma esatta che il Governo è stato chiamato a pagare “avendo – commentano – lo Stato già indennizzato i familiari delle vittime con 62 milioni di euro e se sia a conoscenza di chi sarebbero, dopo 35 anni dal disastro aereo, i beneficiari delle somme liquidate a favore dell’Itavia”.
Luisa Davanzali, figlia di Aldo, armatore di Itavia, stamattina ai microfoni di Radio 1 ha rivelato di voler ricreare una compagnia aerea con il risarcimento stabilito dalla Cassazione, “per tenere alta la memoria di mio padre”. Aldo Davanzali morì di Parkinson nel 2005: “Vi fu una campagna denigratoria nei confronti di mio padre – ha detto la figlia -, ma noi dimostrammo come l’Itavia fosse talmente affidabile che altre compagnie aeree chiedevano a mio padre consulti e suggerimenti tecnici. E’ stata commessa un’ingiustizia. Quella vicenda, oltre a rovinare la nostra famiglia economicamente, minò la sua salute. Dopo la tragedia non dormiva più, aveva angosce e incubi continui. Si isolò da tutti, tranne che da noi familiari, perché era stata violata la sua dignità di uomo e di lavoratore. Lui, peraltro, disse subito che era stato un missile e per questa affermazione venne criticato e minacciato di querela”.
Il Comune di Bologna si prepara a commemorare le vittime. Il sindaco, Virginio Merola, incontrerà i parenti delle vittime. Già da oggi in città è presente una delegazione ufficiale di parlamentari delle commissioni Giustizia, Esteri e Difesa della Camera che questo pomeriggio alle 17.30 andrà in visita al ‘Museo della Memoria di Ustica’ e alle 18.30 incontrerà l’associazione Parenti delle vittime, presieduta da Daria Bonfietti, presso il quartiere Navile. Domani alle 11 si terrà, a Palazzo d’Accursio, la cerimonia commemorativa, alla presenza del sindaco, della delegazione parlamentare e dei parenti delle vittime. Alle 21.30, al Parco della Zucca, il cantautore Franco Battiato inaugurerà con un concerto la rassegna organizzata dall’associazione Parenti delle vittime nell’ambito di Bè Bolognaestate 2015.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata