Roma, 30 giu. (LaPresse) – Salvatore Buzzi scrive a Papa Francesco dal carcere di Badu ‘e Carros (Nuoro), accogliendo l’invito del Pontefice ai corrotti alla conversione. Della lettera, che sarà pubblicata domani dal settimanale della Diocesi di Nuoro ‘L’Ortobene’, l’Agensir, l’Agenzia d’informazione religiosa, dà oggi delle anticipazioni. Nella missiva Buzzi racconterebbe la sua storia personale intrecciata a quella della sua cooperativa.
“L’ex presidente della cooperativa ’29 giugno’, aiutato nel suo percorso dal cappellano don Giampaolo Muresu e dal vescovo Mosè Marcia – scrive l’Agensir -, afferma di aver accolto l’invito del Pontefice ai fautori o complici di corruzione contenuto nella bolla di indizione del Giubileo della misericordia”.
E l’Agenzia riporta le parole di Buzzi: “Seguendo la via tracciata dalla Misericordiæ Vultus, dichiaro la mia totale adesione al Suo invito alla conversione, unita al coraggio della denuncia perché la corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza ed è un accanimento nel peccato. Mi auguro e spero di non essere il solo”.
“Dal 2010 – racconta Salvatore Buzzi in un passo della lettera riportato dall’Agensir – iniziammo ad avere richieste varie di utilità da parte di funzionari ed amministratori: facemmo un esposto alla Procura di Roma ma non ci fu seguito, tentammo anche la via della denuncia politica, ma anche questa via non portò risultati. Ed allora io in prima persona cedetti a queste richieste: moralmente giustificavo il mio agire con il classico ‘fine che giustifica i mezzi’. Tali richieste si sono poi accentuate con gli anni e con il crescere della cooperativa; io continuavo a giustificare il mio operato con il fatto di creare occupazione per tante persone che altrimenti non avrebbero mai trovato lavoro. Da vittima divenni pian piano complice di un sistema corruttivo cresciuto sempre di più, sia a livello politico che amministrativo”.
Dal carcere di Nuoro, Buzzi si dichiara estraneo alle accuse per mafia che descrive “ingiuste” e conclude: “Sono consapevole di dover affrontare la giustizia terrena e mi adopererò per chiarire le mie colpe e contrastare per quanto è nelle mie possibilità i fenomeni corruttivi”.
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