Milano, 6 lug. (LaPresse) – La Chengdu Week si terrà dal 6 al 12 luglio nel Padiglione della Cina presso l’Expo di Milano. L’evento darà risalto alla celebre cucina della città di Chengdu nella provincia di Sichuan, rinomata per il cibo delizioso e per i panda. I visitatori sono i benvenuti a degustare l’autentico sapore dei piatti del Sichuan.
Oltre a una scena gastronomica d’eccellenza la città ha molto altro da offrire: i ricami del Sichuan, la cerimonia Kungfu del tè, il teatro con le performances dei ‘volti mutanti’, dove gli attori indossano maschere tradizionali per rappresentare le diverse emozioni. A Expo, Chengdu si presenterà in tutte le sfaccettature culturali che la contraddistinguono.
LA METROPOLI DELLA GASTRONOMIA. Chengdu è il centro nevralgico della cucina del Sichuan, i cui piatti sono celebri per il mix di sapori piccanti, freschi e speziati. Peng Ziyu, 70 anni, chef esperto della cucina del Sichuan, che nella sua carriera ha cucinato per personaggi illustri, tra cui l’allora Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac, spiega che la tradizione culinaria del Sichuan è così varia che può soddisfare i palati più diversi. “Forse – dice – non vi piaceranno proprio tutti i piatti, ma certamente ne troverete uno di vostro gradimento”.
Chengdu è stata nominata dall’Unesco Città della Gastronomia, la prima città asiatica ad essere insignita di questo titolo. Sempre più stranieri sono affascinati dal cibo di Chengdu. Angela Merkel, Michelle Obama, David Cameron e Gary Locke, ex ambasciatore americano in Cina, solo per citarne alcuni, sono stati sedotti dalle delikatessen locali durante la loro visita a Chengdu.
Pollo Gongbao, piatto piccante con peperoncino e arachidi; Mapo Tofu, stufato con un ragù di maiale e salsa di peperoni; Couple’s Lungs, interiora di maiale in salsa chili; Dan Dan Noodles, gli spaghetti del Sichuan in salsa piccante. Queste sono solo alcune delle innumerevoli prelibatezze della zona. I traduttori faticano nel riuscire a trasferire in altre lingue la ricchezza di sfumature delle loro specialità, e per questo le descrivono con delle parafrasi. Dietro i nomi cinesi si celano storie radicate nella tradizione culturale del luogo d’origine. I piatti deliziosi e il loro significato culturale pongono la cucina del Sichuan a cavallo tra la storia locale e il respiro globale.
ESTINAZIONE IDEALE PER GLI STRANIERI. Secondo la classifica stilata lo scorso gennaio dal New York Times, Chengdu si posiziona tra le prime 52 città da visitare nel 2015. Nel 2014, l’aeroporto di Chengdu ha accolto oltre tre milioni di passeggeri. Le linee aeree che volano su Chengdu da oltre 20 destinazioni nel mondo portano nella capitale del Sichuan un numero sempre crescente di viaggiatori.
Grazie al suo cibo delizioso, alle bellezze paesaggistiche e all’ottima qualità della vita, oltre 30mila stranieri provenienti da 125 Paesi hanno scelto Chengdu come città in cui vivere. Chengdu ha fantastici mall per lo shopping, alberghi prestigiosi, ristoranti gourmet, divertimenti e servizi per il turismo. Il sistema sanitario e quello educativo offrono i migliori standard.
METROPOLI DELL’ECONOMIA COSMOPOLITA. A giugno di quest’anno, 265 aziende tra le prime 500 al mondo hanno aperto una sede in città, vivacizzando il panorama dell’industria e della manifattura, in particolare nei settori dell’Information Technology, dell’automotive, dell’aviazione, dei nuovi materiali oltre che nella finanza, nel comparto assicurativo, nel retail e nella logistica. I molti investitori e l’ammontare del giro d’affari complessivo collocano Chengdu al primo posto nell’area centro occidentale della Cina.
Tra i molti primati di Chengdu non si può non menzionare il sistema manifatturiero avanzato, la modernità dei servizi e la difesa dell’agricoltura nell’area metropolitana. Il giro d’affari legato alle aziende dell’IT, all’industria meccanica e alle aziende dell’agroalimentare ha superato i 100 miliardi di Yuan, ovvero circa 16 miliardi di dollari statunitensi.
Chengdu, metropoli dell’entroterra cinese, è diventata un importante polo di attrazione degli investimenti grazie ai servizi messi a disposizione dal governo locale, oltre a una regolamentazione del business in linea con le procedure internazionali e a un’efficienza amministrativa tra le migliori di tutta la Cina.
CHENGDU, CROCEVIA DEI TRASPORTI. Il 3 giugno è stato presentato ufficialmente il progetto del secondo aereoporto di Chengdu, la cui struttura ricorda il leggendario uccello del sole che simboleggia l’ambizione di Chengdu verso la globalizzazione.
Chengdu sarà quindi la terza città della Cina ad avere due aeroporti, insieme a Pechino e a Shanghai.
Chengdu è una città cosmopolita della Cina occidentale, collocata strategicamente all’intersezione della China’s Road and Belt Initiative e della Yangtze Economic Belt Initiative. Chengdu seduce il mondo con il suo glamour unico e sempre più stranieri ne subiscono il fascino.
Ad oggi, 13 Consolati hanno sede in città e portano Chengdu al primo posto nella Cina centro occidentale e al terzo posto in assoluto dopo Shanghai e Guangzhou per numero di uffici di rappresentanza di Stato.
Le compagnie aeree internazionali sono sempre più presenti, rendendo Chengdu ancora più facile da raggiungere. Lo scalo di Shuangliu è il più grande aeroporto della regione. Un totale di 80 vettori collegano direttamente la città a Londra, Amsterdam, Francoforte, San Francisco e Melbourne.
Chengdu inoltre è collegata ad altri Paesi asiatici ed europei grazie alle linee ferroviarie. Per il trasporto merci occorrono 13 giorni per collegare Chengdu a Lodz, terza città della Polonia.
Chengdu è la prima città della Cina occidentale ad applicare il TWOV, sistema di ingresso che permette l’accesso per 72 ore senza necessità di visto. I passeggeri provenienti da 51 Paesi nel mondo con biglietti aerei internazionali e in possesso di visto valido per l’accesso in Paesi terzi, possono rimanere a Chengdu per tre giorni senza la necessità di documenti aggiuntivi.
Chengdu corre veloce e negli ultimi anni ha intensificato sempre di più la propria strategia di globalizzazione, avvicinandosi al resto del mondo che, in cambio, è sempre più vicino.
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