Milano, 9 lug. (LaPresse) – La app UberPop non crea un reale vantaggio per gli utenti che si rivolgono alle auto a noleggio e, anzi, rappresenta un danno per i tassisti che a causa della concorrenza della app, non stanno beneficiando del maggior lavoro che porta l’Expo. Lo affermano i giudici del Tribinale di Milano nell’ordinanza con la quale hanno disposto il blocco della app in Italia. “Allo stato – si legge nell’ordinanza – la materia è tale da non consentire disapplicazioni della normativa interna proprio a tutela di quegli interessi dei consumatori che si propongono come primari rispetto all’esigenza di riduzione dei costi rappresentata da reclamanti e associazioni intervenute”.
In particolare, segnala il collegio presieduto dal giudice Marina Tavassi, le vetture utilizzate dagli autisti UberPop non hanno le stesse regole dei taxi per quanto riguarda “i collaudi periodici, il rinnovo del veicolo”, oltre alle “garanzie di idoneità, serietà ed equilibrio dei conducenti” e “adeguate coperture assicurative, in primo luogo in termini di operatività delle stesse per il trasporto persone, nonché in termini di adeguati massimali di assicurazioni Rca“.
I giudici sottolineano anche che “il pubblico di Uber è un pubblico notoriamente giovane, ai cui occhi queste preoccupazioni possono apparire eccessivamente pessimistiche, rendendo quindi l’uso di tale sistema ancora più rischioso e rendendo ancora più facile per alcuni approfittare della fiducia ingenuamente risposta nella sicurezza del sistema stesso e nell’affidabilità del conducente”.
Danno per i tassisti. Il Tribunale sottolinea che “nel periodo in cui, in concomitanza di Expo, ci si aspettava un notevole ampliamento dell’attività dei taxi, si è registrata una flessione sia pure non elevata”. Per il collegio presieduto da Marina Tavassi “ciò indica che il fattore UberPop ha avuto comunque un peso significativo”. “Quanto alla circostanza che tale flessione sia compatibile a quella registrata a Roma, ove il servizio UberPop non è operativo – osservano i giudici -, valgono le stesse considerazioni, dal momento che a Milano, con Expo, si sarebbe dovuto registrare un aumento della domanda, quantomeno in questi ultimi due mesi, aumento che in vece non sembra esserci stato o non esserci nella misura attesa e prevedibile”.
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