Catania, 11 lug. (LaPresse) – Oltre 4,5 milioni di euro sono stati sequestrati stamattina dalla guardia di finanza all’imprenditore Orazione Bosco Lo Giudice. L’imprenditore, amministratore unico della Ita Cta srl, avrebbe incassato, senza averne diritto, 4.525.857 euro erogati dal ministero delle Attività produttive nel’ambito del patto territoriale delle Aci per favorire lo sviluppo economico e occupazionale di aree depresse. Ad operare sono stati i finanzieri del comando provinciale di Catania, coordinati dal gruppo per i ‘reati contro la criminalità economica’ della locale procura della Repubblica, su disposizione del gip del tribunale di Catania. Il progetto finanziato – di importo complessivo pari a 13 milioni di euro e orientato a favorire nuova occupazione nel comprensorio del patto territoriale delle Aci (Aci Castello, Aci Catena, Acireale, Aci Sant’Antonio, San Gregorio e Valverde) – prevedeva l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature per lavori di ingegneria edile, da sistemare in una struttura logistica a ridosso delle terme di Acireale.
Le indagini, svolte dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catania, hanno invece consentito di accertare che l’attività dichiarata non è mai stata svolta, né è stata mai realizzata l’unità produttiva prevista dal progetto con conseguente danno per l’economia locale che è stata privata di ingenti risorse finanziarie stanziate per la crescita del territorio. Gli investigatori hanno infatti scoperto che che i beni strumentali acquistati dalla Ita Cta srl sono stati utilizzati da altre società riconducibili allo stesso gruppo industriale di riferimento presso propri cantieri, in chiara violazione dell’obiettivo e dell’interesse pubblico cui il finanziamento era destinato. La società in sostanza ha direttamente destinato e in qualche caso noleggiato i predetti beni strumentali ad altre società del gruppo attive nell’esecuzione di opere pubbliche, fra cui la Ternirieti, impegnata in appalti per la costruzione di opere stradali e ferroviarie al confine tra Lazio e Umbria, e la San Marco, impegnata nella costruzione dell’ospedale nuovo San Marco di Librino.
L’indagine ha portato alla denuncia, a piede libero, del noto imprenditore Bosco Lo Giudice, all’epoca dei fatti amministratore unico della Ita Cta srl per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di malversazione a danno dello Stato. Di quest’ultimo reato dovrà poi rispondere, in concorso, anche Concetto Albino Bosco Lo Giudice, all’epoca dei fatti, amministratore unico della Ternirieti e della San Marco.
Altri due dipendenti di società del medesimo gruppo industriale sono poi indagati, in concorso con Orazio Bosco Lo Giudice, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per aver indicato ai funzionari incaricati dei sopralluoghi fisici sui mezzi e macchinari oggetto di agevolazione, quali cantieri di lavoro della Ita Cta, cantieri che in realtà erano di pertinenza delle altre società del gruppo. Anche le società Ita Cta, Ternirieti e San Marco dovranno rispondere direttamente per responsabilità derivante da reato a causa delle condotte compiute dai propri organi di vertice avendone comunque tratto significativo beneficio. L’attività si è conclusa con il sequestro di oltre 4,5 milioni di euro, pari al contributo erogato, in quote societarie intestate a Orazio Bosco Lo Giudice la cui gestione è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dalla procura della Repubblica etnea.
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