Torino, 15 lug. (LaPresse) – Circa 150 migranti sono arrivati questa notte al centro polifunzionale Teobaldo Fenoglio della Croce Rossa italiana di Settimo Torinese (Torino). Tutti uomini, sono partiti da Palermo ieri sera: sbarcati in Italia l’11 luglio scorso, provengono da Nigeria, Gambia, Libia e Bangladesh.
“Dovevano arrivare alle 8 di mattina ma sono giunti alle 2 di notte. Una settantina di loro dormirà qui stanotte, e rimarranno da noi finchè altre strutture saranno pronte ad accoglierli. Gli altri sono già stati assegnati ad ad altre province: Asti, Biella, Cuneo”. Lo spiega Ignazio Schintu, comandante e responsabile del centro di Settimo Torinese. “Da qui a domenica arriveranno in totale 1.300 persone. Il Piemonte ha in carico il 7% dei migranti arrivati in Italia, lo Stato ha dichiarato la presenza di 4mila persone da inizio anno nella nostra regione. In realtà il nostro censimento da febbraio 2014 conta circa 15mila persone arrivate”, aggiunge.
“A Torino è tutto pieno, la Lombardia sta scoppiando. La Sicilia è un punto di passaggio verso il resto d’Italia e d’Europa. Se l’emergenza rispetto al 2009 è peggiorata? Dire peggio è dire poco. È drammatica – continua Schintu – c’è addirittura carenza di pullman con cui trasportare i migranti nei vari centri italiana, e quella dei trasporti è proprio la parte gestita dallo Stato”.
Sono 200 gli ospiti fissi tutto l’anno al centro di Settimo Torinese che ha all’attivo 16 dipendenti e 50 volontari. “Per far fronte all’emergenza, che per le prossime settimane si prospetta sempre più grave, abbiamo lanciato un appello: in pochi giorni hanno risposto 150 persone con differenti specificità. Insegnanti, infermieri, cuochi – dichiara Schintu – sono tutti già associati alla Croce Rossa e dopo la selezione gli verrà fornita una formazione specifica, che è la base dell’accoglienza”.
I migranti arrivati questa notte che resteranno a dormire a Settimo Torinese sono stati sottoposti a screening sanitario, mentre chi lascerà il centro per dirigersi in altre località della provincia farà le visite mediche di prassi nelle sedi locali della Croce Rossa a cui saranno assegnati. “Si parla tanto dei 35 euro che lo Stato dà per migrante, ma qui i soldi vengono dati all’associazione che se ne prende carico e bastano solo per i beni di prima necessità. Noi facciamo alfabetizzazione e scolarizzazione, gli insegniamo l’italiano e i fondamentali della legge italiana – prosegue Schintu – poi ci sono tutti i costi della burocrazia: solo per la richiesta del permesso di soggiorno la marca da bollo è di 16 euro, la richiesta di rinnovo altri 16. E ci sono le fototessere, e altre spese per sbrigare la documentazione necessaria alla regolarizzazione di chi arriva nel nostro Paese. E’ come se lo Stato prendesse i soldi dandoseli“.
A dare una mano alla Croce Rossa Italiana ci sono anche persone arrivate al Centro come migranti negli anni passati: aiutano nelle traduzioni, in qualità di interpreti e mediatori culturali. “Si sono integrati e ci danno un grande aiuto. Ad oggi il problema di chi arriva qui non è la formazione – afferma Schintu – il problema non è l’accoglienza ma il dopo: ci vogliono mesi e mesi per avere un pezzo di carta, che poi è semplicemente il permesso di soggiorno temporaneo, in attesa del riconoscimento prefettizio. Per fare un esempio, chi è arrivato qui un anno fa sta ancora aspettando. Oggi il riconoscimento viene dato solo se uno nella sua nazione di provenienza è in pericolo di vita, altrimenti c’è il diniego. Quindi capita che dopo averli assisti, dopo che hanno imparato lingua e regolamenti italiani, vengano rimpatriati. Il grave problema è che la commissione che esamina le richieste può esaminarne 7 al giorno e lavorano al massimo quattro volte a settimana. E’ evidente – conclude Schintu – che c’è bisogno di un aumento delle commissioni in tutta Italia”.