Roma, 17 lug. (LaPresse) – L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso “indignazione per le recenti manifestazioni di intolleranza nei confronti di rifugiati e richiedenti asilo, persone che hanno perso tutto, segnate dalla sofferenza e costrette a fuggire da guerre sanguinose, torture e persecuzioni”. Lo si apprende da una nota, dopo che questa mattina a Roma gli abitanti della zona di Casale San Nicola hanno protestato contro l’arrivo di una ventina di profughi, scatenando scontri con la polizia.

Sono circa 60 milioni le persone in fuga nel mondo, ricorda l’agenzia Onu, e l’86% di esse vive in Paesi in via di sviluppo. I rifugiati in Italia sono 93.700, poco più di uno ogni mille abitanti. A titolo di comparazione, la Germania e la Francia ne accolgono oltre 200mila ciascuno, il Regno Unito 117mila e la Svezia 142mila. Nel Regno Unito e in Germania i rifugiati sono circa due ogni mille abitanti, in Francia sono quasi quattro e in Svezia oltre 14, sempre secondo i dati Unhcr.

“E’ vergognoso che si diriga consapevolmente la frustrazione dei cittadini, alimentando comportamenti violenti contro rifugiati e richiedenti asilo che nulla hanno a che vedere con situazioni di disagio sociale. Chi fugge da guerra e persecuzioni non può essere, né deve diventare, un capro espiatorio”, ha dichiarato Laurens Jolles, delegato per l’Europa meridionale. “E’ apprezzabile – ha proseguito – l’impegno continuo delle prefetture in favore dei rifugiati e auspichiamo che le istituzioni italiane continuino a garantire pienamente e con responsabilità il diritto di queste persone alla protezione e all’accoglienza, valori fondanti della stessa cultura italiana ed europea”.

“Alimentare consapevolmente la retorica xenofoba e razzista nei confronti dei rifugiati, attribuendo loro falsi privilegi ed indicandoli come causa di disagio per i cittadini italiani, è pericoloso, poiché fomenta tensioni sociali di difficile gestione”, sottolinea l’Unhcr nella nota. L’agenzia “condanna con fermezza la strumentalizzazione dell’insofferenza dei cittadini portata avanti da elementi estremisti della società, che favorisce un clima di tensione e comportamenti aggressivi verso rifugiati e operatori impegnati nelle attività di accoglienza”.

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