Roma, 18 lug. (LaPresse) – “Quanto è accaduto passerà alle cronache come uno degli errori più madornali della macchina dell’accoglienza”. Lo afferma, in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’, il presidente del Veneto, Luca Zaia, a proposito di quanto successo a Quinto di Treviso dove i residenti, dopo aver protestato, hanno ottenuto l’immediato trasferimento di 101 profughi. “Sono contro ogni xenofobia – sottolinea – ma l’illusione delle porte aperte e dell’accettare chiunque ci porterà allo sfascio sociale, solo un terzo di chi fa domanda d’asilo, poi la ottiene”.
A Quinto di Treviso, sostiene il governatore Zaia, “ha vinto il buon senso. Portare 101 immigrati in appartamenti sfitti e senza elettricità, oltretutto in un residence abitato da 30 persone con bambini, è stato un esempio di cosa non fare in caso di ospitalità”.
Durante le proteste “sono stati dati alle fiamme solo un paio di materassi. Io comunque condanno ogni comportamento incivile. E quando sono arrivato, ho detto ai residenti di non fare casino”, racconta Zaia. Il suo intervento, secondo il governatore, non ha esasperato la situazione, “al contrario – spiega – non ho aizzato nessuno. Il mio partito non ha organizzato la protesta. C’era qualche ragazzo di Forza Nuova. Io ho fatto il mio dovere: ho verificato la situazione, ho parlato con prefetto e autorità nazionali. Alla fine è stato ritenuto giusto trasferirli”.
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