Notte tranquilla dopo gli scontri a Casale San Nicola. Il prefetto: Ne accoglieremo altri

Roma, 18 lug. (LaPresse) – E’ trascorsa tranquilla la notte a Casale San Nicola, dopo i disordini gli scontri di ieri tra poilzia, residenti e militanti di Casapound, per il trasferimento di un gruppo di profughi che hanno portato a 14 agenti feriti e 2 arresti. In giornata, a quanto si apprende non sono attesi nuovi trasferimenti nella struttura e la stessa organizzazione di estrema destra sta valutando se proseguire il presidio.

Aperto un fascicolo-. Continua intanto il lavoro degli investigatori della polizia di Stato per arrivare all’identificazione degli autori dei disordini. Lo rende noto la questura di Roma specificando che, parallelamente, il questore Nicolò D’Angelo ha aperto un fascicolo per l’erogazione del D.A.S.P.O. (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) per tutti coloro che saranno individuati in esito alle indagini. La normativa introdotta dal governo nell’agosto scorso prevede, infatti, che il divieto di assistere alle manifestazioni sportive può essere emesso anche a carico di coloro che si macchino di reati contro l’ordine pubblico e, quindi, a prescindere dalla effettiva partecipazione alle manifestazioni sportive.

La protesta era iniziata con le “Braccia alzate e tricolore alla mano i residenti di Casale San Nicola“. A segnalarlo una nota diffusa CasaPound Italia dopo l’inizio delle operazioni di trasferimento di circa un centinaio di profughi nel centro di accoglienza allestito nell’ex scuola Socrate sulla Cassia a Roma.

Una protesta iniziata quasi un mese fa e sfociata poi in tensione. Da tempo l’ex scuola Socrate, in disuso e poi riconvertito, era stata individuata per accogliere un centinaio di profughi, sull’onda dell’emergenza scoppiata dopo la primavera. L’8 luglio scorso il prefetto di Roma, Franco Gabrielli era andato per un sopralluogo dando di fatto il via libera all’operazione di trasferimento. Già quel giorno Gabrielli era stato accolto da urla, fischi e proteste. Gli abitanti del posto, a cui si sono uniti i militanti di CasaPound, avevano urlato il loro no ed avevano accolto la delegazione con le magliette: “No al business dei profughi”. Al termine del giro Gabrielli era stato perentorio: “Nulla osta per le operazione”.

Ma dal Viminale fanno sapere che il piano di smistamento degli stranieri andrà avanti. Un programma sottoscritto anche dal Prefetto di Roma Franco Gabrielli: “Non mi sento un’icona della sinistra, né mi faccio condizionare da Casapound e dal centrodestra. Anche se non prendo in considerazione la parte che mi sostiene, ma mi interessa la parte che contesta. Vorrei ricordare che ho soltanto applicato in maniera coerente un bando, usando allo stesso tempo il buon senso – afferma al quotidiano ‘Il Messaggero’.”

Alla domanda se ci sia razzismo, Gabrielli risponde: “Non voglio generalizzare, ma c’è una sindrome Nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile” ndr) che è reale. La rappresentazione plastica di quanto sostengo è contenuta in alcune affermazioni che ho ascoltato oggi: ‘io non sono razzista, ma…'”.

Infine il prefetto fa sapere che “arriveranno altri profughi, l’unico percorso serio è quello di un recupero del buon senso”, e se si dovessero ripetere le proteste, Gabrielli garantisce: “Andremo avanti”.