di Maria Elena Ribezzo

Città del Vaticano, 22 lug. (LaPresse) – La strada che porta allo sviluppo sostenibile del Pianeta passa per le città del mondo. Ne sono convinti tutti. Il Santo Padre, che ieri e oggi ha riunito primi cittadini da tutti i continenti in Vaticano per parlare di tutela ambientale e nuove forme di schiavitù. E i 65 sindaci, che in due giorni hanno siglato accordi in vista di due vertici Onu: quello sulla lotta al cambiamento climatico di Parigi, a dicembre, e quello sullo sviluppo sostenibile di New York, a settembre. E ne sono convinte le Nazioni Unite, che hanno co-organizzato il simposio ‘Prosperità, Popolazione e Pianeta nelle Città’, svoltosi oggi alla Pontificia accademia delle Scienze, e che hanno invitato i primi cittadini a farsi protagonisti della sfida globale per la salvaguardia del Pianeta.

Le città sono al bivio in cui lo sviluppo sostenibile può riuscire o fallire: centro nevralgico dell’attività economica e dell’innovazione, ma anche casa per le povertà estreme, che stanno dilagando nelle bidonville, periferie delle megalopoli. Entro il 2050, più dei due terzi della popolazione mondiale vivrà nei grandi agglomerati urbani, generando tre quarti del Pil globale. “I piani per uno sviluppo sostenibile vanno fatti con occhio lungimirante”, avverte l’economista Jeffrey Sachs, direttore del Development Solution Network delle Nazioni Unite. “L’economia mondiale raddoppia nell’arco di una generazione – spiega – per questo lo sviluppo economico dovrà essere inclusivo dal punto di vista sociale e sostenibile da quello ambientale”.

Sachs ha parlato dei 17 obiettivi che i Paesi delle Nazioni unite si sono posti per il vertice di settembre a New York, che verrà aperto proprio da Papa Francesco: porre fine, entro il 2030, alla povertà estrema che oggi riguarda un miliardo di persone, il 14% della popolazione mondiale; garantire cure e accesso all’istruzione secondaria a tutti; tenere sotto controllo il cambiamento climatico partendo dalle città, sono alcuni di questi obiettivi.

Papa Francesco ha incentrato il discorso di ieri nell’aula del Simposio sull’importanza di un potere che dalle periferie giunga al centro: “Periferici di tutto il mondo, alzatevi e lottate!”, ha incitato il governatore della California, Stato Usa in lotta contro un aumento importante della siccità. “A New York siamo sempre restii a elogiare i californiani, ma stavolta non possiamo farne a meno”, ha scherzato il sindaco della Grande Mela Bill De Blasio, ricordando che New York si appresta a seguire il modello della California e porterà le emissioni di carbonio a -80% entro il 2050.

I sindaci del mondo fanno squadra non solo negli intenti, ma anche negli interventi: “Abbiamo messo in atto un sistema di trasporto urbano su un?idea che ho rubato al sindaco di Bogotà”, ha annunciato il primo cittadino di Accra, capitale ghanese, Alfredi Vanderpujie. Lui, con la doppia cittadinanza americana, è stato richiamato dagli Usa dove era stato preside per anni, per risanare l’emergenza scuola ad Accra. Quando è stato eletto, le scuole erano così poche che i ragazzi le frequentavano a turni, per sole quattro ore al giorno: “Abbiamo messo in atto una campagna di raccolta fondi internazionale, pubblica e privata, massiccia: in sei settimane abbiamo costruito 400 scuole”.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha presentato gli impegni della capitale contro i cambiamenti climatici: un piano per la riduzione del trasporto privato del 14% e il potenziamento di quello pubblico del 25%, nuove misure di car sharing e la promozione dell’uso delle biciclette, con il ‘raccordo ciclabile’. Ma anche un nuovo sistema di illuminazione, che ha portato alla sostituzione di 190 mila luci pubbliche con led, per ridurre il consumo e ?risparmiare 15 milioni euro all’anno”. “Da sindaco – ha detto – ho deciso di mettere il cambiamento climatico in cima alla nostra agenda”.

Gli incontri dei sindaci del mondo per promuovere un’economia a basso impatto ambientale hanno scadenze più lontane di dicembre: Maria de Los Angeles Duarte, ministra dei Trasporti dell’Ecuador, ha dato appuntamento a tutti a Quito per il 17 ottobre 2016, quando si terrà Habitat III, la conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile urbano.

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