Milano, 23 lug. (LaPresse) – Quarantuno anni dopo la strage di Piazza della Loggia, a Brescia – e nessuna condanna nei molti processi istruiti nel corso del tempo – la seconda corte d’assise d’appello di Milano ha condannato all’ergastolo i due neofascisti veneti alla sbarra, l’ex leader di Ordine nuovo Carlo Maggi e Maurizio Tramonte, conosciuto come ‘fonte Tritone’, informatore dei servizi segreti. La bomba di cui sono ritenuti responsabili – uno come regista dell’attentato, l’altro come partecipante alle riunioni organizzative – uccise 8 persone, ne ferì 102 e lacerò l’intero paese. “Giustizia finalmente è fatta, almeno un poco. La soddisfazione è grande”, ha commentato subito dopo la lettura della sentenza Federico Sinicato, storico legale dei familiari delle vittime della strage di Brescia.
Manlio Milani, presidente dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime e i feriti, stringe mani e ringrazia tutti, prima di lasciare Palazzo di giustizia. “Dopo 41 anni di dolore, rabbia, sofferenza, attesa – commenta – è arrivata questa doppia condanna. La commozione è forte, non può non essere così Questa è’ una serata molto importante, non solo dal punto di vista soggettivo, ma per l’intero Paese: tutto – continua – ha avuto inizio a Milano con la strage di piazza Fontana e tutto finisce qui, con questa sentenza. Mi pare molto significativo, anche simbolicamente. Adesso possiamo guardare a quel periodo nella sua complessità, leggendovi dentro la storia”.
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