Milano, 22 lug. (LaPresse) – Alle indagini chiuse con l’arresto di due presunti terroristi, un addetto alle pulizie e un distributore di generi alimentari e pane, hanno preso parte anche gli specialisti della Polizia postale e delle comunicazioni, chiamati a ripercorrere le tracce lasciate online dalla coppia. Barbara Strappato, vice questore aggiunto, è la funzionaria che dirige il settore investigativo e spiega lo spessore dell’operazione.

Perché è importante questa inchiesta?

“Perché siamo arrivati in tempo per evitare che due persone molto determinate, e in particolare il tunisino, facessero il salto di qualità, passando dai progetti e delle intenzioni all’azione, agli attentati”.

Oltre che dalla frenetica attività online, da che cosa avete tratto le conclusioni?

“Il cittadino tunisino è arrivato a dire: Io penso sempre a questo, cioè alla jihad, che poi la testa mi fa male. Anche il giuramento al califfato è una riprova della solidità dei suoi intenti”.

Inizialmente voleva fare una azione nella azienda in cui andava a fare le pulizie….

“Per la prima andava ripetendo che gli sarebbe bastato un accendino, per incendiare tutto. Ma l’obiettivo vero e più gratificante sarebbe stata la seconda, da lui definita ‘una grande porta per il paradiso’. Sappiamo che si esercitava anche al lavoro. Per lavare alcune attrezzature, utilizzava una pompa ad acqua con un getto sparato a elevata pressione. Ebbene, faceva le prove, come se si trattasse di una arma”.

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