Roma, 30 lug. (LaPresse) – Menù italiani bocciati dai turisti stranieri che anche quest’anno giungeranno nel Bel Paese. Da una ricerca su un campione di 500 turisti stranieri condotta dall’associazione Donne e Qualità della Vita, risulta che il 70% degli intervistati boccia i menù dei ristoranti italiani per poca chiarezza e carenze o imprecisioni nella versione in inglese, contro il 27% che ritiene invece siano sufficientemente curati e comprensibili.

I turisti stranieri tacciano i menu italiani di provincialismo. I ristoranti di lusso offrono in molti casi (89%) menù bilingue, ma dato l’afflusso sempre più eterogeneo di turisti in Italia, gli stranieri si aspettano sicuramente più internazionalità, specie da quei ristoranti nei quali una cena viene pagata anche 150 euro a testa. Pollice verso anche per i locali meno pretenziosi: infatti, secondo la ricerca solo il 30% offre ai propri clienti una lista dei piatti in più lingue.

Bocciate le pizzerie, frequentate soprattutto nelle città d’arte, che solo nel 20% dei casi propongono al proprio cliente un menù in inglese. Si salvano invece pub e fast food che danno la possibilità di scegliere le pietanze almeno in due lingue (75%). Non passano l’esame neanche i food truck, camioncini itineranti che girano per le città, offrendo dall’aperitivo al dessert, in modalità street, impreparati nell’80% dei casi.

Per il 67% dei turisti, la ‘carta’ rappresenta un vero e proprio biglietto da visita per un ristorante. Per questo, oltre a una grafica accattivante e attraente con l’aggiunta di foto di alcuni dei piatti migliori, gli stranieri gradirebbero la traduzione almeno in inglese. Per il 55%, il menù è sinonimo di affidabilità e garanzia circa la bontà del locale, mentre il 44% ritiene importante lo stile con il quale è scritto, certo che da questo si evinca anche quanto siano attendibili i prodotti offerti.

Alla domanda ‘Come vorresti fosse strutturato un menù?’ il 45% degli intervistati ha risposto ‘di più facile comprensione’. Per questo, oltre alla versione inglese, gradirebbero la traduzione anche in cinese, russo e indiano. Segue il 33% degli intervistati che vorrebbe maggiore cura e trasparenza alla voce ‘prezzi’, riportando nel modo più chiaro possibile i costi di ogni singola pietanza, sia in euro sia nelle principali valute straniere, ed evitando così possibili problemi al momento di pagare. Infine, il 22% dei turisti sogna un ‘menù 3.0’, per poter scegliere cosa mangiare direttamente da uno smartphone o un tablet, magari dopo aver visto un video tutorial sulla presentazione del piatto.

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