Milano, 4 ago. (LaPresse) – Sono stati quattro ragazzini del paese – il più grande ha 15 anni, il più piccolo 13 – a incendiare il centro giovanile Què tal di Cesate, in provincia di Milano, devastato dalle fiamme la sera del 26 luglio. I carabinieri hanno individuato i piromani, con indagini tradizionali partite della immagine buie riprese della telecamere di sorveglianza della zona, e li hanno convocati in caserma assieme ai genitori. Gli adolescenti hanno ammesso tutto, cercando di minimizzare: “Volevano solo fare uno scherzo – hanno detto – E’ stata una bravata”. Quella sera sono entrati nella struttura aprendo una finestra dall’esterno e hanno appiccato il fuoco, scappando via prima di farsi male.

Si sono resi conto dell’enormità delle conseguenze, accenna un maresciallo, quando hanno visto le vampate altissime e poi il poco che rimaneva dell’immobile, dopo otto ore di lavoro dei vigili del fuoco. Per tre è partita la denuncia. Anche il quarto è stato segnalato alla procura minorile, che dovrebbe girare la pratica al tribunale per gli under 18, ma non è perseguibile penalmente perché ha meno di 14 anni. Uno dei più piccoli del gruppo, tengono a sottolineare i carabinieri, nel 2013 era già finito sotto la lente ed era stato ‘schedato’ per aver bruciato un cestino dei rifiuti vicino al centro giovanile distrutto dal rogo doloso. Ora starà all’amministrazione comunale decidere se chiedere i danni ai genitori e con che modalità.

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