di Alessandra Lemme
Roma, 6 ago. (LaPresse) – Incendi in aumento su tutta la Penisola con richieste di aiuto che in alcune regioni sono più che triplicate rispetto agli anni passati. L’estate del 2015 unisce al caldo torrido, il vento africano e la siccità: un miscela pericolosa che quando incontra un mozzicone di sigaretta, o una scintilla, fa scoppiare roghi che si propagano veloci su aree rurali e terreni abbandonati fino a lambire strade e abitazioni.
Il Centro operativo aereo unificato (Coau) della Protezione civile, dalla metà di giugno alla fine di luglio è intervenuto su 418 grandi roghi in tutta Italia. L’anno scorso le operazioni, nello stesso periodo, erano state 176, e l’anno prima 116. Nel Lazio, la regione più colpita, gli interventi, solo nell’ultima settimana sono stati una trentina. Seguono la Campania con 23 operazioni e la Calabria con 17, ma gli incendi si registrano ovunque e i dati del Coau ne contano solo una minima parte perché la struttura interviene con elicotteri e canadair su richiesta delle Regioni quando vigili del fuoco e operatori locali non riescono a circoscrivere le fiamme. Nella provincia di Roma, solo a Fiumicino dall’ultima operazione del Coau, il 29 luglio, nell’incendio che ha bloccato l’aeroporto, di roghi se ne sono registrati una decina.
Oggi sei squadre, tra vigili del fuoco e Protezione civile, hanno lavorato l’intero pomeriggio per spegnere le fiamme vicino al ponte della Scafa, lungo la strada che collega Ostia al Leonardo da Vinci, con pesanti ripercussioni sul traffico per la chiusura parziale della carreggiata. Ieri il treno regionale per l’aeroporto è stato fermo oltre un’ora per un incendio nei pressi dei binari, alla periferia ovest di Roma. Il Grande raccordo anulare, nel mese di luglio, per tre volte è stato parzialmente chiuso, per ore, a causa di roghi scoppiati nei campi vicini alla strada.
I vigili del fuoco della capitale nelle ultime settimane hanno raddoppiato gli sforzi e intervengono oltre 70 volte al giorno, fanno sapere, sottolineando che le aree più a rischio sono quelle in corrispondenza di sterpaglie e cumuli di spazzatura. Caldo e vento non aiutano, ma quando le fiamme divampano, spiegano, quasi sempre c’è dietro la mano dell’uomo, volontaria o meno, ad appiccarle.
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