Palermo, 7 ago. (LaPresse) – La polizia ha arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo aggravato cinque cittadini stranieri, algerini e libici, sbarcati ieri pomeriggio nel porto di Palermo dalla nave militare irlandese ‘Le Niamh’, insieme ad altri 362 migranti. A bordo della nave anche 26 salme, tra cui quelle di tre bambini. Gli arrestati avrebbero causato anche la morte presunta di circa 200 persone che, secondo i testimoni, sarebbero rimasti rinchiusi all’interno dell’imbarcazione capovoltasi il 5 agosto con a bordo circa 650 migranti.

I cinque responsabili appartenevano insieme ad altri ignoti a un’organizzazione criminale operante in Libia specializzata nel favorire l’ingresso di stranieri nel territorio italiano. Hanno guidato l’imbarcazione in viaggio, tra la Libia e l’Italia, con a bordo circa 650 cittadini extracomunitari. Secondo alcune testimonianze raccolte, i 5 avrebbero rivestito ciascuno un ruolo ben preciso: uno comandava con l’aiuto di altri due il barcone, mentre gli altri controllavano i migranti, impedendo loro di muoversi anche con la violenza.

I viaggi, secondo quanto riferito, sarebbero costati ai migranti da un minimo di 1.200 ad un massimo di 1.800 dollari a persona: il prezzo del viaggio, poi, aumentava in considerazione delle condizioni di sicurezza garantite per la traversata. Le posizioni più vicine alla postazione di comando avrebbero avuto un costo superiore. Addirittura, per poter avere la disponibilità di un giubbotto di salvataggio si sarebbe pagata una cifra a parte (dai 35 ai 70 dinari libici).

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