Milano, 11 ago. (LaPresse) – Resterà in carcere il tunisino Lassad Bikri, arrestato a Manerbio (Brescia) lo scorso 20 luglio con il complice Muhammad Waqas con l’accusa di reclutare combattenti per l’Isis anche attraverso la rete. Lo ha deciso ieri il tribunale del Riesame, che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dal legale del presunto jihadista, l’avvocato Andrea Dossena. I giudici hanno confermato l’impianto accusatorio del pm Enrico Pavone, accolto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Elisabetta Meyer, ritenendo però che i due, pur essendo legati alla jihad, non facessero avessero dato vita ad una vera e propria cellula terroristica. Domani sarà il complice Waquas a doversi presentare davanti al Riesame.

Secondo il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Enrico Pavone, i due presunti jihadisti, entrambi regolari, avevano creato l’account Twitter Islamic _ State_ in_ Rome, attraverso il quale vavevano diffuso on line foto di monumenti, come il Duomo e il Colosseo, accompagnati da messaggi minatori, inneggianti all’Isis e alla jihad. I due presunti jihadisti, secondo l’accusa, aveano anche programmato di colpire la base militare di Ghedi, nel Bresciano, e stavano pianificando delle azioni contro le forze dell’ordine, per poi ripiegare in Siria e unirsi alle forze dell’Isis.

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