Roma, 11 ago. (LaPresse) – Sono le ore delle accuse e della rabbia. “Quante morti devono accadere affinché questa discoteca venga chiusa?”, scrive Gabriele Mormile sulla pagina Facebook del locale ‘Il Ciclope’ di Marina di Camerota, listata a lutto per la morte di Crescenzo Della Ragione colpito in testa da una roccia che si è staccata dal costone.

“Il Ciclope è un locale storico, favoloso, unico… Io l’adoro… – scrive Maria Speranza Costantini – ma è pericolante da anni, veniva chiuso perché pericolante e il fatto che non era ancora morto nessuno sotto i massi è il motivo per cui non è stato chiuso definitivamente!! Noi parliamo della ‘vita’ di questo locale stupendo, ma dimentichiamo che ieri sera è morto un ragazzo là dentro e non per colpa sua, non perché aveva assunto sostanze, non perché coinvolto in una rissa, è morto perché il locale ha ceduto. Quindi, meditiamo!!”.

Il 30 luglio scorso gli amministratori della pagina Facebook del locale avevano postato un’immagine contro l’uso delle droghe in discoteca, ed è proprio sotto questa locandina che si sono scatenati molti commentatori: “Rifiutate la droga, ma evidentemente le cognizioni sulla sicurezza per voi sono solo blandi suggerimenti. È evidente la mancata messa in sicurezza dei luoghi. Spero che vi processino come meritate. Questo è omicidio e che vi si inibisca qualsiasi ulteriore attività simile”, scrive Antonio Giampriamo.

“Ho sempre avuto paura del Ciclope, oggi i miei dubbi purtroppo si sono avverati”, aggiunge una ragazza che si firma Pia. Raffaelemaria Ruggiero va giù duro: “State inguaiati pezzi di me…a. Per i soldi non avete mai chiuso il locale e adesso che è morto un ragazzo è stato chiuso […]. Poi pubblicate questi link sulla droga e sulla morte in discoteca, finitela di fare i finti perbenisti”. E infine arriva Teresa Guannini: “Non fate manutenzione e un povero ragazzo muore”.

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