Terni, 18 ago. (LaPresse) – Due persone, padre e figlia, sono stati denunciati per truffa: fingendosi concessionari, avevano acquistato un’auto da un privato e l’hanno pagata con un assegno scoperto. Si erano anche fatti pubblicità con un volantino: “Si comprano auto usate anche da rottamare pagamento in contanti”, c’era scritto. Così un ternano, lo scorso giugno, ha deciso di chiamare per vendere la sua monovolume per 15mila euro.
All’appuntamento si è presentata una giovane rumena che ha scattato delle foto all’auto ed ha organizzato un incontro con l’acquirente, un connazionale che lavorava come concessionario sulla riviera romagnola. Dopo una breve trattativa, avvenuta davanti ad un’agenzia di pratiche auto cittadina, l’auto è stata venduta per 10mila euro, che sarebbero stati versati in contanti. Ma appena firmati gli atti, il compratore ha dichiarato di avere solo la metà della cifra, e per l’altra metà ha firmato un assegno, rivelatosi scoperto, una volta portato in banca. Quando il ternano ha scoperto che la sua auto era stata rivenduta ad un prezzo decisamente più alto di quanto non avesse incassato, ha deciso di rivolgersi alla polizia.
Immediatamente sono scattati gli accertamenti da parte dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico che hanno permesso di identificare i due truffatori: padre e figlia, cittadini rumeni, la giovane di 27 anni di recente trasferitasi a Terni, e il padre, residente realmente nella riviera romagnola ma non concessionario di professione, con una lunghissima lista di denunce per reati contro il patrimonio. I due sono stati denunciati per truffa in concorso, mentre l’auto resterà di proprietà dell’ultimo compratore che l’ha acquistata in buona fede.
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