Di Laura Carcano
Rimini, 25 ago. (LaPresse) – Un agnostico che riceve una lettera da Papa Francesco e che, al meeting di Cl a Rimini – nel giorno della presenza del premier Matteo Renzi, segretario del Pd, che viene dal mondo cattolico – scopre che in platea su 200 persone del pubblico dell’evento ciellino solo 20 hanno letto l’enciclica di Bergoglio. Il fondatore di Slow food oggi era al meeting del movimento creato da Don Giussani per un incontro. “Quanti di voi hanno letto l’enciclica di Papa Francesco?”, chiede Petrini, e fra il pubblico alza la mano un numero esiguo di persone, forse una ventina fra i tanti, numerosi, presenti in sala. “Vi ringrazio per la vostra sincerità”, dice Petrini. Inizia così l’incontro con il fondatore e presidente di Slow Food Carlin Petrini sul palco del Meeting insieme a Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà.
Il seguito si snoda come un racconto, alternato ad aneddoti dell’incontro fra il Santo Padre e Petrini. “Un incontro – dice Petrini – nato da una telefonata, una sera di ottobre del 2013, che mi ha cambiato la vita. Sì, è proprio così, quella sera un mio collaboratore mi ha detto ‘ti ha cercato il Papa’. Credevo scherzasse, l’ho richiamato, ci siamo parlati per quaranta minuti, poi giorni dopo ho ricevuto una lettera dalla sede pontificia”.
Petrini è autore della prefazione che introduce l’enciclica ‘Laudato sì’, “un documento straordinario – prosegue -, di notevole spessore sotto vari aspetti, spirituale, culturale, storico, politico, economico che tutti dovrebbero leggere”.
Vittadini ha chiesto a Petrini quali siano i collegamenti dell’enciclica con la filosofia di Slow Food. “L’enciclica, scritta in maniera garbata – sottolinea il patron di Slow Food -, è ricca di spunti di riflessione e tocca i temi cari al nostro movimento, la custodia del creato, dell’ambiente, della terra, della biodiversità, la valorizzazione del lavoro dei contadini, dei pescatori. Ma soprattutto mette in evidenza due aspetti importanti della vita: la comprensione e la necessità del dialogo fra gli uomini”. Il dialogo può essere pura dialettica, sforzo intellettuale, “oppure – dice- toccare le corde del cuore”.
Petrini parla di ecologia integrale, al pubblico ciellino – che oggi sembra aver apprezzato anche la presenza di Fausto Bertinotti al meeting – spiegandola così: “Non possiamo avere rispetto della natura, della terra, se non rispettiamo i nostri simili”. Il ragionamento di Petrini va poi al tema dell’immigrazione, “un fenomeno drammatico sul quale occorrono apertura mentale e nuovi paradigmi. Non dobbiamo dimenticare che anche gli italiani sono un popolo di emigranti con un nostro tributo storico di morti e sofferenza, di navi affondate durante i viaggi verso le terre d’America”.
Sull’argomento gastronomia, anche quella degli chef diventati star, Petrini non usa mezze parole: “No alla pornografia della padella. Non è puro spadellamento o semplice insieme di ricette ma il risultato finale di un processo dove entrano in gioco agricoltura, storia, antropologia, biologia, fisica, chimica, genetica, economia, spiritualità”. Il pensiero di Slow food è rivolto anche ai contadini. Petrini poi ricorda che a novembre a Milano si terrà l’iniziativa straordinaria Terra Madre Giovani con la partecipazione di delegati da 130 Paesi. Priprio ai giovani il messaggio conclusivo: “Siete chiamati ad una grande sfida, essere protagonisti del cambiamento, contribuire ad alleviare le sofferenze con il dialogo e la tolleranza. Io sono con voi”. E di Papa Francesco il numero uno di Slow Food dice: “Quell’uomo mi sta cambiando la vita per l’empatia, la comprensione”. Petrini non è nuovo al meeting e alla fine dell’incontro ha autografato libri, il suo ‘Terramadre’, nonchè quello con la sua prefazione al testo dell’enciclica del Papa.
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