Augusta (Siracusa), 25 ago. (LaPresse) – Il 14enne somalo morto a bordo del mercantile Dignity I di Medici senza Frontiere arrivato stamattina in porto ad Augusta “presentava grandi segni di violenze e malattie respiratorie. Noi sospettavamo un caso di edema polmonare e di tubercolosi. Ci è stato raccontato da alcuni testimoni che era stato costretto a lavori forzati e a torture in Libia, erano tenuto in stato di malnutrizione e spesso gli veniva negata anche l’acqua”. Lo racconta a LaPresse Francesca Mangia, coordinatrice del Sea Rescue Operation Dignity 1, dopo l’arrivo al porto.
Tutto questo, ha aggiunto “ha causato un peggioramento delle condizioni fisiche” del 14enne che “non era pronto a partire”, ma “è stato costretto” a farlo. “Negli ultimi due giorni – prosegue Mangia – eravamo riusciti a stabilizzarlo e lui era riuscito a recuperare un po’ di forza e aveva anche ricominicato a parlare, ma ieri mentre lo si accompagnava a prendere un po’ d’aria ha avuto un collasso ed è deceduto”.
Molti dei 303 migranti soccorsi da Medici senza frontiere, racconta Francesca Mangia, erano già malati e presentavano segni di patologie croniche, di infezione e di violenza. Oltre al 14enne deceduto, c’erano altri due casi gravi che hanno richiesto assistenza medica urgente Il primo era quello di una donna incinta, alla 32esima settimana di gestazione che, dice la coordinatrice dell’operazione di Msf, “a causa delle violenze subite in Libia aveva iniziato in anticipo il travaglio”. “Il Dignity – ha spiegato Mangia – non aveva le strutture sanitarie adatte” per assistere nel modo migliore la donna e il nascituro. La migrante, quindi, “è stata portata a Malta e ha partorito mezz’ora dopo l’atterraggio. Lei e il bambino stanno bene, ma il piccolo è sotto osservazione”.
Il secondo caso è quello di un ragazzo somalo di 22 anni “in evidente stato di disidratazione, malnutrizione e problemi respiratori e infezioni regresse in corso”. “Era già stato trasbordato con la maschera d’ossigeno fornito dalla guardia costiera – dice Mangia – ed è stato necessario un enorme lavoro dell’équipe medica per cercare di stabilizzarlo. Ieri ha sviluppato febbre alta per cui è stato necessario chiedere l’evacuazione” e portarlo a Malta, dove è stato ricoverato in ospedale.
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