Napoli, 11 set. (LaPresse) – Migliaia di persone, tantissimi ragazzi, tanti abitanti del quartiere Sanità, a Napoli, hanno affollato la basilica di Santa Maria alla Sanità per l’ultimo addio a Gennaro Cesarano, il 17enne ucciso durante una sparatoria all’alba di domenica scorsa. Funerali pubblici ma blindatissimi, tenutisi alle 7,30 per volere della questura che temeva disordini e ha inviato un centinaio di agenti a presidiare la zona. In strada, tutti i negozi hanno mantenuto le saracinesche abbassate in segno di rispetto al dolore della famiglia per la morte del 17enne, su cui la polizia sta indagando per risalire alle cause e ai responsabili. Numerosi abitanti della zona hanno appeso alle finestre drappi neri in segno di lutto, così come era stato richiesto dal parroco, don Antonio Loffredo. “Il quartiere resterà a lutto fino a quando non ci saranno date delle risposte”, ha detto dall’altare.
“Dio non manderà nessuno a salvarci, toccherà a noi. Popolo della Sanità, dobbiamo dire basta, alziamo la testa”, ha detto nella sua omelia padre Alex Zanotelli, che ha concelebrato la cerimonia. “Le colpe della morte di questo nostro figlio – ha aggiunto – sono di tutti, anche della chiesa. Non esistono Napoli diverse. Esiste una sola Napoli“. Gli amici, diverse decine, del ragazzo hanno indossato una t-shirt bianca con una foto di Gennaro e avevano esposto all’interno della basilica uno striscione con scritto ‘Ciro vive’. All’uscita della bara dalla chiesa, accompagnata dagli applausi della folla assiepata in piazza che non aveva trovato posto all’interno, centinaia di palloncini bianchi si sono levati in volo insieme alle lanterne cinesi su cui erano stati scritti messaggi di addio e ricordi. Dalla chiesa è partito il corteo, con la bara portata a spalla, che ha accompagnato il 17enne fino a piazza Cavour per l’ultimo addio del quartiere.
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