Roma, 12 set. (LaPresse) – “E’ in particolare sui beni confiscati che, insieme ad altre realtà, abbiamo presentato proposte concrete. Una riguarda proprio la figura chiave dell’amministratore giudiziario, per la quale riteniamo urgente istituire un albo, definire delle linee guida, studiare dei meccanismi che garantiscano standard di competenza e integrità. Non possiamo rischiare che una misura fondamentale di lotta alla mafia come la legge 109 diventi, da strumento di giustizia sociale, strumento di privilegio, di abuso di potere, di scambio di favori. In una parola di quella corruzione che, se non è propriamente mafia, alla mafia certo non sbarra la strada”. Così in una nota don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, riguardo l’indagine della Procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni confiscati a Palermo.
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