Di Ester Castano
Milano, 21 set. (LaPresse) – A Rescaldina (Milano) sono iniziati i lavori per la riapertura dell’ex ristorante pizzeria ‘Re 9’, bene confiscato alla criminalità organizzata di stampo mafioso e, dopo la ristrutturazione del Comune, ora affidato alla cooperativa sociale Arcadia. Il locale prima di passare nelle mani dello Stato era di proprietà di Giuseppe Antonio Medici: originario di Sant’Agata del Bianco, in provincia di Reggio Calabria, ed emigrato al Nord negli anni ’90. Il suo nome nel 1994 finisce nelle carte dell’indagine ‘La notte dei Fiori di San Vito’ in quanto originariamente ritenuto affiliato al locale ‘ndranghetista di Mariano Comense (Como). Nel 2010 Medici è in carcere ad Opera (Milano), arrestato a luglio di quell’anno, a seguito dell’inchiesta Crimine-Infinito.
Oggi quel bene, situato in via Provinciale Saronnese, si prepara a diventare un ristorante a chilometro zero. ‘Tutto il gusto della legalità’ è il nome del progetto, a cui aderiscono la cooperativa ‘Dire fare giocale’, Ial – Innovazione apprendimento lavoro di Legnano, Enaip – Ente Acli istruzione professionale di Busto Arsizio, l’associazione ‘La Libreria che non c’è’, la rete ‘Gas gasabile’, ‘Team down e Slow food. Il locale, che si chiamerà ‘La Tela – Osteria sociale del buon-essere’, aprirà entro la fine dell’anno.
“Vogliamo dimostrare che si può far funzionare un ristorante nella piena legalità e nel rispetto delle persone che ci lavorano”, dichiara a LaPresse il sindaco di Rescaldina, Michele Cattaneo. “In questo caso il Comune ha fatto da catalizzatore, ristrutturando il bene grazie a un finanziamento regionale di 170mila euro e aprendo poi un bando per l’assegnazione a cui ha risposto una cordata di associazioni che ha la solidarietà come punto di forza. La reazione chimica che ne è scaturita è grandiosa, e tra un anno questo bene potrà finalmente essere riaperto alla cittadinanza”. “L’ex ristorante ‘Re 9’, tolto alla mafia – aggiunge il sindaco – potrà presto essere di tutte le persone e le famiglie della città, e non soltanto di una”. Rescaldina ha anche un altro bene confiscato: si tratta di una porzione di villetta bifamiliare, attualmente in affidamento all’Agenzia nazionale dei confiscati. “Nei prossimi giorni chiederemo l’assegnazione: vorremmo realizzare una casa d’accoglienza per le persone in difficoltà”, commenta Cattaneo.
I volontari delle diverse associazioni, coordinati da Arcadia, sabato 19 hanno iniziato le operazioni preliminari alla riapertura, come la pulizia dei locali interni e del giardino. “Siamo presenti sul territorio da 25 anni, prima come circolo culturale e ora come cooperativa”, dichiara a LaPresse Giovanni Arzuffi, portavoce di Arcadia, che dal 1989 promuove, attraverso il lavoro, il reinserimento sociale di persone in difficoltà, principalmente attraverso la gestione del verde, manutenzione di parchi e aree naturali di pubblici e privati. “Faremo dell’ex ‘Re 9’ un luogo di aggregazione per grandi e piccoli. L’impresa – spiega Arzuffi – è quella di realizzare un ristorante che offra alimenti provenienti dalla filiera corta. Per questo è fondamentale la collaborazione, nel progetto, di Slow food. E dimostreremo che è possibile gestire un locale senza rapporti loschi con i malavitosi”. I lavori di sistemazione si svolgeranno tutti i sabati, a partire dalle 9. “Invito i volontari le persone interessate a partecipare alla sistemazione di questi spazi finalmente riguadagnati alla collettività”, conclude Arzuffi.
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